L'Italia riparte, ma in molti non ce la fanno. E le saracinesche restano abbassate anche nella fase 2 per un negozio su tre.

Il 33% di bar, ristoranti e attività di commercio al dettaglio, "affossato dai costi, non sarà in condizione di ripartire e non riaprirà".

Lo fa sapere il Centro studi Unimpresa, secondo cui la ripresa di alcuni esercizi commerciali "non è conveniente sul piano economico, tenuto conto dei costi fissi che non vengono in alcun modo congelati né ridotti (affitti, utenze, tassa sui rifiuti)".

Un vero e proprio allarme quello dell'associazione, secondo cui "il crollo del 33% di negozi, bar e ristoranti si potrebbe tradurre, considerando le attività connesse, in una riduzione del giro d'affari complessivo che interessa 250 miliardi di Pil".

Sul fronte delle finanze pubbliche, la riduzione del gettito fiscale potrebbe arrivare a 80 miliardi, mentre dalle casse dello Stato continuerebbero a uscire fondi in favore dei nuovi disoccupati.

(Unioneonline/L)
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