Crescita zero per l'Italia nel 2019.

Questa la previsione del Centro Studi di Confindustria, che rivede al ribasso di 0,9 punti le stime del Pil elaborate lo scorso ottobre.

A pesare, secondo l'associazione di categoria, "una manovra di bilancio poco orientata alla crescita", "l'aumento del premio di rischio che gli investitori chiedono" sui titoli pubblici italiani, e "il progressivo crollo della fiducia delle imprese" rilevato "da marzo, dalle elezioni in poi".

Un leggero miglioramento invece è previsto per il Prodotto interno lordo del 2020, che dovrebbe crescita dello 0,4%.

Secondo lo studio, è la domanda interna a essere in particolare difficoltà quest'anno; situazione che avvicina sempre più lo spettro della recessione: "Nel 2019 la domanda interna risulterà praticamente ferma e una recessione potrà essere evitata solo grazie all'espansione, non brillante, della domanda estera. A meno che non si realizzi l'auspicato cambio di passo nella politica economica nazionale", fanno sapere gli esperti di Confindustria.

"Gli investimenti privati per la prima volta sono previsti negativi dopo anni di crescita (-2,5% nel 2919, escluse le costruzioni). Servono dunque misure di stimolo come il ripristino del superammortamento", si legge nel rapporto dell'associazione di imprese.

Nei mesi scorsi avevano già rivisto al ribasso le stime di crescita italiane l'agenzia di rating Moody's (secondo cui si attesterà al massimo allo 0,5%) e la Commissione europea (che la stima allo 0,2%).

Gli studi di Confindustria "verranno smentiti clamorosamente dai fatti. È pieno di gufi. Ci hanno sempre 'cannato' in passato", il commento del ministro dell'Interno e vicepremier, Matteo Salvini.

(Unioneonline/F)
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