Resta lenta la ripresa dell'economia in Sardegna.

Lo rileva il report nazionale sulle economie territoriali elaborato con le previsioni dell'Ufficio Studi Confcommercio su dati Istat.

Il Pil pro capite rimane molto al di sotto la media italiana (20.300 euro rispetto ai 28.100 del Paese), distante dai dati delle regioni del Centro Nord (oltre i 30mila euro) ma poco sopra quelle del Sud (18,6mila).

In leggera risalita i consumi (14,9mila pro capite; +1,3% rispetto al 2014), che non hanno ancora raggiunto i livelli pre-crisi del 2007 (16,1mila).

Per la fine del 2017 ci si attende un piccolo scatto in avanti rispetto al 1995, con una più accentuata crescita dei consumi rispetto a questo periodo di recessione.

Diminuiscono di poco le unità di lavoro (590mila rispetto ai 601mila del 2016 e ai 639mila del 2007), sebbene si stia registrando un recupero rispetto ai livelli del 2013 e del 1995 (rispettivamente 601mila e 566mila).

"La ripresa economica che nell'Isola stenta a farsi sentire è ancora avvolta da molte incertezze", afferma Alberto Bertolotti, presidente Confcommercio Sardegna .

"Occorre uno scatto in avanti importante per evitare di rischiare di perdere il treno della risalita economico leggermente positiva che sta caratterizzando questo 2017. In particolare la Sardegna soffre di una grave fragilità in termini di competenze, risorse umane, capacità di spesa e di strategia di medio e lungo termine" continua il presidente dell'associazione di categoria.

"Alla vigilia dell'avvio della predisposizione della legge di stabilità regionale 2018 – aggiunge - non possiamo non rilevare che oltre alle risorse per un comparto essenziale come quello dell'agricoltura occorrono investimenti anche per il terziario e il turismo, altri due tasselli fondamentali per l'Isola e settori fortemente integrati e integrabili con l'agroalimentare a l'artigianato artistico tradizionale. Nessuno può rimanere indietro: il rischio è quello di desertificare la Sardegna”, conclude Bertolotti.

(Redazione Online/F)

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