L'Inps si prepara al cambio di marcia grazie ad assunzioni e nuove strategie. Stamattina la sede centrale ha ricevuto la visita di Guglielmo Loy, presidente del Civ, il comitato di vigilanza che tra i compiti ha anche quello di approvare il bilancio dell'Instituto. Ma la notizia più attesa è arrivata pochi giorni fa: i nuovi arrivi, accolti lo scorso primo luglio, sono già stati distribuiti per l'Isola in affiancamento ai più esperti colleghi. I 65 assunti nelle fila dell’Inps regionale non erano mai stati così desiderati. "Saranno una risorsa importante per far fronte ai servizi più impegnativi, come Reddito e pensione di cittadinanza e Quota 100 - ha spiegato Cristina Deidda, direttore regionale dell'Istituto di previdenza - pochi o molti che siano per ora non è importante. Fondamentale sarà invece riuscire a gestire le peculiarità dell'Isola integrando nuove tecnologie e risorse umane e programmando una rete di servizi territoriale la più efficiente possibile".

Un'esigenza resa ancora più impellente dall'esordio di quest'anno dei sussidi al reddito e gli scivoli anticipati verso la pensione. "Non abbiamo avuto l’adesione prevista - ammette Deidda - ma il dato, soprattutto per il reddito di cittadinanza rimasto fino a ora pressoché costante, potrà essere analizzato meglio a fine anno".

Anche il successo di Quota 100 è stato minore del previsto sebbene i numeri non siano certo trascurabili: "Le richieste nell’Isola sono arrivate a 6.213, quasi equamente distribuite tra lavoratori pubblici e privati, con un tasso di respingimento di circa il 10%".

Su reddito e Quota 100 si è espresso anche Loy, spesso critico sia con il vecchio direttore Boeri, che con il nuovo Tridico, con quest'ultimo proprio sulla misura a sostegno del reddito dei più deboli: "Le ingenti risorse stanziate potevano essere distribuite meglio - spiega Loy - specialmente in Sardegna dove il sostegno al reddito deve essere affiancato a provvedimenti che aiutino a creare un tessuto produttivo sano, in grado di assorbire nuova occupazione. Ciò non toglie che il reddito di cittadinanza rischia comunque di trasformarsi in un flop politico a livello nazionale se proprio la seconda fase del piano, quella che dovrà aiutare i beneficiari a trovare lavoro, non dovesse ottenere i risultati sperati".
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