Industria Sulcis, tavolo a Roma tra le polemiche. Cgil: «Da Urso nessuna risposta»
Il ministero: «Per il rilancio serve gioco di squadra». I sindacati e la Regione: «Servono fatti concreti»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«Il Sulcis può tornare a essere un polo industriale, cogliendo le opportunità che vi sono proprio nelle filiere strategiche su cui la nostra Europa indirizza le maggiori risorse: pensiamo alle materie prime critiche e certamente anche al settore della Difesa, comparti in crescita. Serve responsabilità, pragmatismo e comunità di intenti. Serve appunto un grande gioco di squadra».
Lo ha sottolineato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, durante il tavolo istituzionale dedicato all’area del Sulcis convocato al ministero per avviare un confronto sul rilancio industriale e occupazionale del territorio.
Alla riunione hanno partecipato rappresentanti di Regione Sardegna (da remoto, con annessa polemica), Comuni dell’area, ministero del Lavoro, Confindustria, organizzazioni sindacali e le strutture tecniche del Mimit.
Al centro dell’incontro non le singole vertenze ma «una visione d’insieme», sottolinea il ministero, spiegando che l’obiettivo è stato fare il punto sullo stato del tessuto produttivo e valutare tutte le leve disponibili per dare una risposta strutturale alle crisi in corso e rilanciare l’occupazione nel Sulcis.
Scontenti del vertice, invece, i sindacati, a cominciare dalla Cgil: «È decisamente preoccupante e, oltretutto, poco rispettosa per la Sardegna e i suoi lavoratori, la mancata risposta del ministro Urso rispetto alle sollecitazioni sugli impegni e le dichiarazioni da lui fatte, in precedenti incontri e in particolare nella visita nel Sulcis Iglesiente il 27 dicembre scorso, sulla strategicità, per tutto il Paese, delle produzioni di piombo, zinco e alluminio nel Sulcis Iglesiente», ha detto il segretario generale della Cgil Sardegna Fausto Durante. «Ricordiamo tutti - ha detto intervenendo nel corso dell'incontro - la solennità delle affermazioni con cui il governo nazionale ha rimarcato più volte il carattere strategico delle produzioni di primario in quel sito ma siamo ancora in attesa che venga dato seguito a quelle affermazioni».
In riferimento ai ragionamenti proposti oggi dal ministro Urso, la Cgil ritiene che «si può ragionare anche di nuove iniziative, di siti di stoccaggio, di materie prime critiche, di riulitizzo di materiali che derivano dalle bonifiche, ma è necessario fare chiarezza sul rilancio del primario, non c'è più tempo per le attese».
Quanto alle ipotesi di ulteriori sviluppi dell'industria della Difesa la Cgil conferma la propria convinzione «a sostegno del rilancio delle produzioni strategiche del primario sulle quali il territorio è impegnato da oltre mezzo secolo».
«La crisi di quelle produzioni strategiche è stata oggetto, per più di due anni e mezzo, di diverse riunioni del gruppo di lavoro istituito al ministero ma non c'è stata da parte del governo nazionale la volontà di risolvere uno dei nodi critici, quello dell'alto costo dell'energia, così come è stata rinviata, e ancora oggi la si attende, la firma del Dpcm per l'arrivo del metano - sostiene il sindacato - Sono responsabilità precise del governo, sulle quali si attendono risposte, insieme alle soluzioni concrete per la ripartenza delle produzioni strategiche, piombo, zinco, alluminio. L'auspicio – conclude Cgil - è che arrivino nei prossimi tavoli già fissati per affrontare le singole vertenze altrimenti sarà inevitabile la mobilitazione».
«Nell’incontro di oggi il Mimit ha dato informazioni generiche e insufficienti», confermano la segretaria confederale Uil Vera Buonuomo e la segretaria generale Uil Sardegna Fulvia Murru. «Non possiamo più tollerare silenzi e ritardi che impediscono di rilanciare produzioni strategiche, condannando il territorio alla disoccupazione, allo spopolamento e alla povertà». Ancora: «È grave che sul Just Transition Fund, che conta oltre 367 milioni di euro per il periodo 2021-2027, non sappiamo quante risorse siano state spese, né esistono report pubblici aggiornati di avanzamento. Governo e Regione Sardegna – hanno aggiunto le due segretarie – devono garantire chiarezza, senza più rimpalli o rinvii che rischiano di paralizzare ogni prospettiva».
Per il segretario generale Cisl Sardegna Pier Luigi Ledda «la crisi del Sulcis e delle principali realtà produttive della Sardegna non può essere affrontata con logiche emergenziali o rinvii continui. È necessario un progetto industriale chiaro, un piano che ridia prospettiva a un territorio che da oltre un decennio vive la deindustrializzazione».
Anche la Regione chiede al Governo risposte: «Sulle grandi vertenze deve esserci un cambio di passo con interventi concreti, in primis sul fronte dei costi energetici, che rappresentano per il rilancio delle aziende fortemente energivore un punto di partenza assolutamente prioritario», ha detto l’assessore all’Industria Emanuele Cani.