In Sardegna l’energia costa il 68,2% in più rispetto al 2021, a prima che iniziasse la guerra in Ucraina.

Lo rileva il dossier sui “Prezzi dell’energia: dall’import alla distribuzione” realizzato dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna.

«C’è un paradosso nel nostro Paese – spiegano Maria Amelia Lai e Daniele Serra, Presidente e Segretario dell’associazione –, il differente andamento tra prezzi import di energia e costi di elettricità e gas per famiglie e imprese. Anche in questa fase di discesa dei prezzi nell’import, nell’Isola le nostre imprese pagano ancora il 68,2% in più rispetto la media del 2021. Una situazione che il Governo deve modificare”. 
Tra le province sarde troviamo Olbia-Tempio con +65,1%, Cagliari con +61,1% e Sassari con +59,7%, le rimanenti che non sono state registrate. E nell’Isola va meglio che in altre parti della nazione, se si considera che la Sardegna è terzultima per aumento dei prezzi al consumo rispetto alla media del 2021: solo Veneto (+65,3%) e Basilicata (+53,7%) fanno meglio, mentre nelle province autonome di Trento e Bolzano i costi sono saliti di oltre il 120%.

L’Italia è penalizzata rispetto ai competitor europei, dove il differenziale si ferma a +43,4%.
«Le imprese e le famiglie sarde - concludono Lai e Serra – pur in una situazione di favore rispetto al resto del Paese, scontano oltre 25 punti percentuali in più nei confronti della media UE. Situazione che amplifica il gap di competitività esploso nella fase acuta della crisi energetica. Ancora una volta l’efficienza straordinaria che gli imprenditori artigiani isolano raggiungono all’interno dei loro laboratori si infrange sulla inefficienza esterna. Questa volta non si tratta di strade ma di una infrastruttura ancora più importante, l’energia».

(Unioneonline/L)

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