Un nuovo percorso obbligato per le imprese italiane che decidono di chiudere o delocalizzare e - in caso di mancato rispetto - multe pari al 2% del fatturato dell'ultimo anno e inserimento in una black list (che vieta per tre anni l'accesso a finanziamenti o incentivi pubblici.

Lo prevede la bozza dello schema di decreto – che ha lo scopo di impedire alle aziende di delocalizzare in modo aggressivo e incontrollato –, a cui stanno lavorando il ministro del Lavoro Andrea Orlando e il viceministro dello Sviluppo economico Alessandra Todde.

La bozza, composta di cinque articoli, comprende obblighi di informazione preventiva alle istituzioni e impegna le società a presentare un piano di mitigazione delle ricadute occupazionali ed economiche conseguenti alla chiusura.

"Il nostro obiettivo non è colpire le ristrutturazioni tout court. Non vogliamo colpevolizzare chi fa turnaround perché deve passare a modelli produttivi diversi, non abbiamo di certo in testa imprese che vivano di sussidi. La competitività è l'obiettivo, ma atteggiamenti puramente speculativi non sono più accettabili. Chi non è in crisi e vuole tagliare, può farlo. Ma dovrà seguire un percorso ordinato, che coinvolga le parti sociali e favorisca l'arrivo di nuovi imprenditori", ha spiegato il viceministro.

La nuova legge potrebbe vedere la luce già a settembre.

Todde lo scorso anno aveva ideato il Fondo di Salvaguardia, che consiste nella possibilità per le aziende in crisi di ricevere un aiuto pubblico fino a 10 milioni tramite Invitalia. A patto però di non delocalizzare per cinque anni.

(Unioneonline/F)

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