Il Governo “riscrive” il Pnrr tagliando quasi 16 miliardi di euro destinati a Comuni e dissesto idrogeologico e anche in Sardegna scatta l’allarme.

Dopo la decisione di Roma, l’assessore regionale agli Enti locali Aldo Salaris ha incontrato nella Capitale il ministro Raffaele Fitto per proprio per «lamentare il fatto che i centri isolani sono stati penalizzati tantissimo, in particolare dai tagli che sono stati fatti nei bandi del Pnrr, tarati sui grandi Comuni».

Il problema, precisa l'assessore, riguarda nello specifico i fondi sulla rigenerazione urbana, che saranno erogati ai Comuni sopra i 10mila abitanti.

«Ho fatto presente al ministro che su 377 municipi nell'Isola, 250 sono sotto i 10mila abitanti», ha sottolineato Salaris.

La soluzione individuata da Fitto sembra essere quella dello scorrimento delle graduatorie: «Mi ha assicurato che provvederà a far scorrere le graduatorie il più possibile - ha riferito l’assessore -, ma per questo bisogna aspettare l'ultima decade di settembre o la prima di ottobre per capire l'entità di questa rimodulazione. E se non sarà possibile utilizzare fondi Pnrr si impegnerà a cercare fonti complementari».

«Il tema della rigenerazione urbana è fondamentale - ha concluso l'assessore della Sardegna - è un tema sul quale le regioni stanno investendo tanto e sul quale l'Europa sta puntando, ma a noi è arrivato poco sino ad ora».

L’ANCI – «Siamo da un lato sorpresi e dall'altro assolutamente contrari a quest'asta rimodulazione e spostamento dei finanziamenti del Pnrr: da una parte tolgono le risorse da capitoli di bilancio che erano destinati ai Comuni, circa 16 miliardi circa, e dall'altra parte tagliano sulla sanità territoriale», commenta invece il presidente dell'Anci Sardegna, Emiliano Deiana a proposito del taglio e dello stralcio dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza destinati ai Comuni.

«La cosa ancora peggiore è che il governo assicura che non si perderà nulla - prosegue - ma le nuove poste di bilancio sono spostate sui fondi Fsc, cioè quelli dello sviluppo e coesione». Inoltre, sottolinea il presidente regionale dell'Anci, «si stanno vincolando i soldi della nuova programmazione 21-27 su finalità e su territori che non erano quelli originari, ma cosa ancor più grave è che la gran parte dei 16 miliardi vengono tolti dalle opere di mitigazione del rischio idrogeologico: se non facciamo le opere stiamo mettendo a repentaglio la vita dei cittadini».

«Invece di aiutare i Comuni ad avere più personale o assistenza tecnica per gestire i bandi, il governo decide di tagliare le risorse: è un grave errore», conclude Deiana. 

(Unioneonline/l.f.)

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