Il dopo Deiana all’Autorità portuale: «Il prossimo presidente deve essere sardo»
Diktat di sindacati e operatori dell’Isola quando impazza il totonomine con la possibile scalata dei continentali: «Rivendichiamo il diritto all’autodeterminazione, la conoscenza del territorio è fondamentale»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«Capiamo le legittime aspirazioni dei migliori manager nazionali, ma la Sardegna non è da meno: anche nella nostra Isola abbiamo le più elevate competenze per continuare a gestire al meglio l’Autorità portuale». È arrivata, nettissima, la risposta sarda alla scalata dei continentali. Ovvero, due nomi liguri e uno calabrese. Tre aspiranti presidenti per il Sistema marittimo regionale, ma i sardi vogliono sardi, per dirla diretta.
Gli interventi
A rispedire al mittente le candidature – che portano lo zampino della politica – sono i sindacati confederali dei trasporti, attraverso i leader regionali, e l’associazione degli spedizionieri, tramite il presidente. Il coro è unanime, la linea identica. «Il ministro dei Trasporti – osserva Arnaldo Boeddu della Cgil – eviti di procedere con una nomina che tenga conto del manuale Cencelli, anziché guardare all’esclusivo interesse della portualità e della Sardegna». Valerio Mereu, dalla Uil, sottolinea: «La conoscenza del territorio è fondamentale per fare le giuste scelte, specie in un’Isola che dal mare dipende».
Le speranze
Dalla Cisl, Claudia Camedda è ugualmente diretta: «L’ente deve essere guidato da persone competenti e preparate, ma riteniamo che simili figure siano presenti anche nella nostra Isola». Per gli spedizionieri, rappresentati da Tore Plaisant, «la Sardegna ha il diritto di governare i propri porti, in raccordo con il ministero ma senza doppiogiochismi».
L’attesa
Sullo sfondo il ruolo che adesso possono giocare i parlamentari sardi e la Regione. I primi direttamente a Roma, con in testa il presidente della commissione Trasporti a Montecitorio, Salvatore Deidda; da Cagliari la presidente Alessandra Todde. Per la politica isolana sono tempi in cui l’autodeterminazione conta parecchio. Un mantra che si presta benissimo al caso del sistema marittimo isolano, che ha nove scali da gestire. Anche perché gli otto anni di Massimo Deiana, presidente uscente, corrispondono a due mandati su cui arriva la promozione piena. Un lavoro di squadra che ha fatto crescere competenze e programmi. Da lì sindacati e operatori vogliono “pescare” l’uomo giusto per il dopo Deiana, con una scelta tutta sarda. D’altronde nelle altre regioni si fa lo stesso.