È un andamento accelerato, più che in qualunque altra parte d'Italia.

Oggi in Sardegna oltre un quarto della popolazione è over 65 (il 26,2%), mentre solo il 10,4% è nella fascia 0-14 anni (163mila su un milione e 578mila residenti). Numeri preoccupanti, se si pensa che vent'anni fa gli over 65 erano il 16,7% e i bambini e gli adolescenti il 13,3%.

Una terra di culle vuote e senza più giovani, il che significa carenza di forza lavoro e di un numero adeguato di potenziali genitori.

Se le conseguenze della prima evidenza vengono denunciate dagli imprenditori e dalle associazioni datoriali che non trovano lavoratori, quanto incide sul problema delle culle vuote – al di là del fattore economico e della carenza di servizi per l'infanzia – l'erosione delle fasce della popolazione in età riproduttiva?

A fare i conti (prendendo come riferimento l'andamento temporale della composizione demografica dell'Isola in base ai dati Istat) una tendenza spicca immediatamente all'occhio: nel giro di vent'anni, dal 2003 al 2023, la Sardegna conta quasi 123mila donne in meno. Donne potenziali madri, tra i 15 e i 49 anni (fasce che convenzionalmente rientrano nell'età feconda), una quota di popolazione via via erosa assieme alla propensione a far figli. 

L’articolo completo su L’Unione Sarda in edicola, sull’app e sull’edizione digitale

© Riproduzione riservata