Bar, gelaterie, imprese di catering e banqueting, locali e ristoranti. Tutti in crisi per lo stop alle 18 deciso dal Dpcm del Governo.

Domani, i titolari scenderanno in piazza per il flashmob nazionale organizzato dalla Fipe Confcommercio in diverse città.

In Sardegna gli imprenditori si incontreranno a Cagliari alle 11.30 in piazza del Carmine rispettando le norme di sicurezza anti contagio. Saranno distanziati, con la mascherina, in silenzio. In mano terranno un foglio A4, le scritte richiameranno i loro valori (economici e sociali della categoria). Per questo è prevista la partecipazione di 200 persone al massimo e le adesioni sono arrivate da tutta l'isola.

Sarà presente anche una delegazione dei rappresentanti del mondo della notte: settore fermo da oltre due mesi.

"Manifestiamo da una parte il dissenso verso questo provvedimento di chiusura alle 18 che va contro il buonsenso e contro le statistiche registrate secondo cui solo il 3 per cento dei contagi dipende dalla frequentazione dei ristoranti e pubblici esercizi in generale- spiega il presidente di Confcommercio Sud Sardegna Alberto Bertolott - dall'altra richiediamo con grave urgenza alle amministrazioni pubbliche una serie di provvedimenti che ristorino nell'immediatezza le aziende che saranno costrette a chiudere in quanto da questo momento in poi da soli non ce la facciamo più".

Solo nel capoluogo sardo operano 1402 locali, di cui 871 ristoranti e 499 bar. Il resto sono catering e mense. "Le direttive del Governo non prendono in considerazione il nostro lavoro, i nostri sacrifici -, dice il presidente Fipe Confcommercio Sud Sardegna Emanuele Frongia - chiusura alle 18 significa per buona parte del nostro comparto non continuare ad aprire, si tratta di un attacco all'attività se si considerano tutte le spese che si affrontano ogni mese come affitti, buste paga e il resto. Il Dpcm ci coglie totalmente impreparati e ci mette davanti a una totale incertezza".

(Unioneonline/F)
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