Generali ha acquisito i diritti di voto su 505 milioni di azioni di Intesa Sanpaolo, pari al 3,01% del capitale sociale - secondo quanto dichiarato dalla società in una nota - "tramite una operazione di prestito titoli".

Il documento della compagnia di assicurazioni non rivela le ragioni dell'iniziativa, ma secondo alcune indiscrezioni si tratterebbe di una mossa di carattere difensivo, contro un possibile tentativo di scalata da parte dell'istituto bancario, in tandem con la tedesca Allianz.

LE REGOLE SOCIETARIE - In base alla normativa sulle partecipazioni incrociate, la prima società che denuncia il possesso di almeno il 2% di una concorrente, infatti, ne congela i diritti di voto nel caso in cui quest'ultima, a sua volta, intenda acquistare azioni dell’altra.

Se Intesa vorrà entrare a Trieste, insomma, ora dovrà necessariamente lanciare un'offerta pubblica su almeno il 60% del capitale, superando il vincolo di sterilizzazione dei diritti di voto.

Generali – sulla quale hanno messo gli occhi in tanti, inclusa la francese Axa – sembrerebbe dunque voler far uscire allo scoperto Intesa: ecco perché si parla di strategia difensiva.

I RIFLESSI IN BORSA - A Piazza Affari, le notizie hanno messo le ali al titolo della compagnia triestina, scattato a +10%. Ma la borsa chiama in causa anche il "terzo incomodo" nella partita, cioè Mediobanca, primo azionista di Generali con il 13%.

Secondo alcuni analisti, l'alternativa praticabile da Intesa potrebbe essere l'acquisto dell'8% di Unicredit in Mediobanca e il successivo lancio di un'offerta sull'istituto di Piazzetta Cuccia: così da diventare indirettamente il primo socio del Leone e difenderne l'italianità dalle mire estere.

In questo quadro – tra l'accavallarsi dei rumors – sul listino milanese gli acquisti stanno premiando anche la stessa Mediobanca (+8%).
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