Il rischio dell'uscita del Regno Unito dall'Unione europea e la possibilità di una stagnazione secolare dell'economia globale condizionano le previsioni di primavera del Fondo monetario internazionale che rivede le sue stime al ribasso.

Gli economisti di Washington chiedono ai governi di preparare piani d'emergenza anti-shock e a fare le spese delle situazione globale è soprattutto l'Italia: nonostante le previsioni del governo pubblicate la scorsa settimana, nel World Economic Outlook il Fmi prevede un incremento del Pil dell'1% per quest'anno contro l'1,3% stimato a gennaio, e dell'1,1% nel 2017 (contro l'1,2%).

Il governo italiano, invece, confida in una crescita dell'1,2% al netto di "rischi al ribasso" che potrebbero modificare l'andamento del Pil.

Sul fronte del disavanzo, poi, il Fondo prevede per l'Italia un rapporto tra deficit e Pil al 2,7% nel 2016 e all'1,6% nel 2017, mentre il pareggio del bilancio strutturale è atteso nel 2021.

Il debito è stimato al 133% del Pil nel 2016, al 131,7% nel 2017 e al 121,6% nel 2021.

Gli economisti di Washington, inoltre, prevedono l'inflazione ferma allo 0,2% a fine anno con una lieve accelerata allo 0,7% nel 2017, mentre la disoccupazione scenderà all'11,4% nel 2016 (dall'11,9% del 2015) e al 10,9% l'anno prossimo.
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