La Sardegna fanalino di coda d'Italia: è quanto emerge dal 29esimo rapporto Eurispes, presentato oggi a Palermo dal presidente Gian Maria Fara, che evidenzia una nuova frattura che spacca il nostro Paese.

Non solo due velocità tra Nord e Sud del Paese, ma le due isole - Sicilia e Sardegna, appunto - che si allontanano dal resto del Mezzogiorno, facendo registrare i più alti tassi di povertà e una diffusa diminuzione della ricchezza del ceto medio.

Ecco alcuni dati: un isolano su tre considera la situazione economica del Paese gravemente peggiorata nell'ultimo anno, dato che supera di gran lunga anche quello delle altre regioni del Sud, dove oltre 5 famiglie su 10 (il 54%) hanno visto diminuire il proprio potere d'acquisto.

Sempre in Sardegna e Sicilia sono ben 4 su 10 le persone che non riescono a sostenere i costi delle spese mediche né a pagare le rate del mutuo per la prima casa.

E, ancora nelle Isole, alla domanda se si è conoscenza nella propria cerchia familiare o amicale di persone che vivono in stato di povertà, queste sono le risposte: il 26,7% ne conosce molte, il 40,2% ne conosce alcune, il 24,4% poche, e solo l'8,7% non ne conosce nessuna.

Le isole insomma fanno registrare dati peggiori rispetto a quelli della restante parte del Sud Italia.

Cosa che avviene anche nel settore della sanità: le lunghe attese per visite ed esami, ad esempio, se a Nord sono state sperimentate dal 50% degli intervistati, le Isole fanno registrare una percentuale quasi bulgara del 90%.

Idem per quanto riguarda le condizioni delle strutture sanitarie: le definisce fatiscenti il 18% al Nord-Ovest, il 34% al Nord-Est, il 46,6% al Centro, il 60% al Sud e il 69,3% nelle Isole.
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