Esportazioni, Sardegna maglia nera d’Italia: -24,2%
Commercio estero: nel quarto trimestre 2023 l’Isola fa registrare una netta contrazionePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Netta “contrazione” dell’export della Sardegna, che vale 6,8 miliardi di euro, ma che fa registrare un -24,2%, peggiore performance tra le regioni italiane.
Lo rileva l’Istat, snocciolando i dati relativi al commercio estero nel quarto trimestre 2023, con l’Isola che precede, nella “classifica” delle regioni meno dinamiche, Valle d’Aosta (-21,5%), Sicilia (-16,6%), Friuli-Venezia Giulia (-13,6%), Marche (-12,3%) e Lazio (-9,7%).
Nel 2023, rispetto all’anno precedente, l’export italiano risulta comunque stazionario ed è, secondo l'Istat, sintesi di dinamiche territoriali molto differenziate. L’aumento delle esportazioni è infatti marcato per il Sud (+16,9%) e più contenuto per il Nord-ovest (+2,4%), mentre si registra una flessione per il Nord-est (-0,8%) e il Centro (-3,1%) e, come detto, una netta contrazione per le Isole (-19,2%).
Nel complesso del 2023, le regioni più dinamiche all’export sono state Campania (+29,2%), Calabria (+22,7%), Molise (+21,0%), Abruzzo (+13,6%).
Nel 2023, sottolinea ancora l’Istituto, le province che più contribuiscono a sostenere le vendite sui mercati esteri sono Napoli, Torino, Milano e Siena. Cagliari, Siracusa, Ascoli Piceno, Brescia e Roma sono quelle che, invece, contribuiscono in maniera più negativa.
«Lo scorso anno – evidenzia l’Istat – l’aumento delle esportazioni di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici da Campania e Toscana e di autoveicoli da Piemonte e Campania fornisce un impulso positivo (per 1,5 punti percentuali) alle vendite nazionali sui mercati esteri; un ulteriore contributo positivo di 0,9 punti deriva dalle maggiori vendite di macchinari e apparecchi non classificati altrove da Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto. All’opposto, la contrazione delle vendite di prodotti petroliferi raffinati da Sicilia e Sardegna (per 0,7 punti percentuali) e di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici da Marche e Lazio (per 0,6 punti percentuali) contribuisce a frenare l’export nazionale».
(Unioneonline/l.f.)