Dal turismo alle costruzioni, la ricerca di lavoratori qualificati è sempre più difficile. Proprio ora che entrambi i settori sono in ripresa, trainati dai bonus edilizi e da decine di voli low cost.

"Mancano i capi-cantiere e altre figure specializzate – racconta Francesco Porcu, segretario regionale della Cna – confederazione nazionale dell'artigianato – un problema che rischia di frenare le imprese in un momento cruciale: dopo un rallentamento delle attività durato dieci anni il comparto sta girando di nuovo a pieno regime”.

Domanda e offerta, sotto il profilo della ricerca dei lavoratori, non sono mai state così lontane. L'ostacolo in questo caso non è il reddito di cittadinanza, che spesso viene indicato come un'arma a doppio taglio: “Si tratta di lavoratori con inquadramenti e contratti di un certo livello, non credo che possano essere influenzati dai sussidi. Semmai c'è un altro aspetto: tanti professionisti sardi sono stati assunti da aziende di altre regioni e non sono più sul mercato. Perché non bisogna dimenticare che l'80% degli appalti dai 5 milioni in su viene assegnato a imprese di fuori”, dice Porcu.

La concorrenza delle altre regioni si fa sentire anche tra alberghi e ristoranti. Trentino e Emilia Romagna sono un porto sicuro in cui approdano molti lavoratori stagionali sardi, in fuga da stipendi inadeguati e condizioni di lavoro spesso oltre i limiti.

"PAGHE BASSE” – Proposte indecenti, contratti sempre più risicati, fuga senza ritorno verso altri comparti nei due anni di pandemia, difficoltà nell'incontro tra domanda e offerta di lavoro. Secondo i sindacati sono queste, in generale, le ragioni per cui gli imprenditori del turismo nell'Isola faticano non poco a trovare personale per la stagione che si sta per inaugurare, e poco o niente influirebbero la scarsa attitudine al sacrificio dei giovani d'oggi o il "comodo" reddito di cittadinanza che invoglierebbe a starsene a casa.

Sottolinea Nella Milazzo, segretaria regionale Filcams, che “secondo gli ultimi dati dell'Ispettorato del lavoro, tra tutti i casi segnalati di anomalie e irregolarità, il 73% riguarda il settore accoglienza e ristorazione. Sono dati, che corrispondono a testimonianze dirette da parte delle ‘vittime’”. “Certo – aggiunge - ci sono anche aziende corrette e virtuose in Sardegna, ma magari ce ne fossero di più. Noi riceviamo decine e decine di segnalazioni dai lavoratori ‘stagionali’ che denunciano situazioni oltre il limite dello sfruttamento. Per dire, paghe da 700/800 euro per un impegno effettivo anche di dodici ore al giorno e niente riposi”.

(Unioneonline)

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