“Marketplace” è un termine inglese, ormai di utilizzo comune anche nella lingua italiana, che si riferisce – secondo Cambridge Dictionary – ad un luogo, di solito in un'area aperta, in cui si vendono oggetti, un mercato. Nel mondo digitale le vendite viaggiano su 2 binari, l’e-commerce e il marketplace, che coesistono e rappresentano uno l’estensione dell’altro. La differenza principale tra i due modelli è che il primo supporta un singolo venditore, mentre il secondo permette a più venditori di offrire prodotti o servizi attraverso la stessa vetrina.

Processo d’acquisto
Per i clienti finali non c’è alcuna differenza nel processo d’acquisto, che avviene in modo armonioso sempre all’interno dello stesso sito web. Si può immaginare un marketplace come un centro commerciale in cui i visitatori, alla guida del proprio carrello, possono acquistare da più venditori prodotti anche molto diversi tra loro. Il report di Casaleggio e Associati rileva che i marketplace europei hanno raggiunto nel 2021 un valore tra i 120 e 150 miliardi di euro in termini di fatturato, e che l’Italia è il Paese con maggiore familiarità con questo tipo di piattaforma. Infatti nello stesso anno, il 98% degli acquirenti online ha fatto almeno un acquisto da un marketplace. Questa tendenza dei mercati digitali spinge molte aziende che già possiedono un sito di e-commerce ad ampliare i propri canali di vendita posizionando la loro offerta anche su uno o più marketplace.

I vantaggi
Una piattaforma marketplace consente di offrire ai clienti un assortimento più ampio e profondo attraverso un’unica ricerca all’interno di un grande “contenitore”. Un’esperienza d’acquisto positiva e ben strutturata permette di vendere più prodotti (simili o correlati) con una sola transazione, e allo stesso tempo incrementa le possibilità di fidelizzare la clientela. Un po’ come quando al centro commerciale mettiamo nel carrello un pacco di zucchero, posizionato sullo scaffale a pochi centimetri dal caffè. Esistono diverse tipologie di marketplace, che si differenziano in base al servizio o al prodotto offerto e alla tipologia di mercato a cui si rivolgono per lo scambio (b2c, b2b e c2c). I marketplace che si occupano di un’unica tipologia di prodotto o di un solo settore merceologico sono detti “verticali”, mentre quelli “orizzontali” offrono prodotti e servizi di vario tipo. Sono verticali, ad esempio, ManoMano (in cui si commercializzano solo prodotti per il fai da te), e Wine.com (in cui sono venduti solo vini e altri alcolici). Esempi di marketplace orizzontali, invece, sono Amazon, eBay ed Etsy.

A seconda degli attori dello scambio si parla di piattaforme B2C (Buisiness to consumer), in cui aziende vendono a consumatori, B2B (Business to Business) in cui avvengono scambi solo tra aziende, e C2C (Consumer to Cosumer), dove entrambe le parti del commercio sono consumatori.

Il successo
Indipendentemente dal tipo di piattaforma, le vendite online in Italia hanno raggiunto già ad Ottobre 2022 un valore che supera i 48 miliardi di euro. Che sia attraverso un e-commerce, un marketplace o entrambi, si tratta per le aziende di un’occasione da non perdere. Come afferma il guru del marketing Seth Godin, «presto non è buono come adesso».

Francesca Muscas

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