Sono quattordici le start up, rappresentate da sette donne e otto uomini, selezionate in Sardegna nell’ambito del progetto “Talent Up”, iniziativa della Fondazione Giacomo Brodolini (FGB) e dall’Agenzia Sarda per le Politiche Attive del Lavoro (Aspal) realizzata nell’ambito del Programma “Entrepreneurship and Back“ finanziato dal Fondo Sociale Europeo.

Si apre ora la fase conclusiva del percorso che ha preso avvio a Cagliari con un corso sulle imprese innovative con docenti di fama internazionale, fra cui i fondatori di US Market Access Alfredo Coppola e Chris Burry, oltre a figure di spicco del panorama economico sardo.

Nella seconda fase i partecipanti sono volati nella Silicon Valley, culla mondiale dell’innovazione, per una full immersion di un mese e un fitto programma di incontri e attività di mentorship.

Scoprire il proprio potenziale imprenditoriale, i punti di forza ma anche le criticità dei progetti: questa la finalità principale della permanenza negli Usa per i giovani startupper così da trovare investitori per le loro idee.

LE PROPOSTE – Molte le idee nel settore dell’agritech: da Davide Ardu che mira alla produzione di cibo di qualità, coltivato in autonomia da chi consuma, a Fabiano Asunis che intende sostenere le grandi compagnie agroindustriali nel riutilizzo degli scarti di produzione convertendoli in fertilizzanti biologici; Riccardo Campesi e Antonio Tenuto, per conciliare un’agricoltura rispettosa dell’ambiente con l’esigenza di socialità di molte persone, vogliono ideare spazi adatti a coltivare cibo sostenibile, anche attraverso l'utilizzo della “gamification", ossia elementi mutuati dai giochi per indurre a comportamenti attivi da parte dell’utenza. Sempre nell’ottica del cibo del futuro, Irene Ciabattini Bolla si rivolge al mercato del novel food proponendo un integratore alimentare per il benessere femminile, a base dei classici prodotti dell’alveare più la covata di fuchi, normalmente considerata uno scarto.

Accanto a loro, alcune proposte sul turismo, come Sara Fadda che promuove una piattaforma per creare il proprio itinerario di viaggio culturale, a partire dalle opportunità turistiche offerte dalla Sardegna, e di condividerlo in cambio del godimento di un premio. Mentre Camilla Mameli e Caterina Paddeu hanno lavorato sul binomio viaggi e benessere: la prima vuole offrire percorsi di Forest Therapy per dare beneficio alle persone che soffrono la quotidianità, mentre Paddeu ha scelto di rivolgersi solo alle donne che soffrono di stress e burnout con percorsi personalizzati in contesti rurali e sostenibili. Stare bene con il proprio corpo è anche l’obiettivo di Silvia Cadelano che propone di dare nuova vita ai capi d’abbigliamento usati, invenduti e ai prodotti tessili inutilizzati grazie all’upcycling, ossia il riutilizzo creativo in grado di trasformare materiali di scarto in nuovi oggetti, creando un network di artigiani per ottimizzare la produzione.

Progetti, dunque, che coniugano tecnologia e sostenibilità, innovazione e spazi per la crescita umana, personale e delle comunità.

E ancora, idee per un turismo differente per l’Isola, dove Marco Dettori propone il co-living per i viaggi di breve periodo e Daniele Gavelli biciclette elettriche ricaricabili con energia solare, con batteria dal design funzionale così da duplicare le miglia percorribili al giorno.

Tre progetti sono invece rivolti alle nuove tecnologie, con David Andrea Collu che propone l’uso della stampa di metalli 3D nel campo della meccanica per ottenere pezzi fatti su misura e ad alta resistenza per macchine e motori, ad un costo e con tempi inferiori rispetto a quelli attuali. Lorenzo Finotto sollecita designers e creativi a lavorare insieme all’interno di una community che ottimizza sforzi, investimenti e risultati. Mentre Gaia Maria Sitzia si rivolge al mercato dei freelance, con una piattaforma che suggerisce il match perfetto per sviluppare un prodotto/servizio. Infine, Eleonora Todde offre una piattaforma per amanti del “Do it by yourself”: attraverso l'upload di foto e video di spazi casalinghi modificati in base alle proprie esigenze e esperienze di vita, ci si scambiano consigli per spazi gradevoli, funzionali ed economici.

«La Fondazione Giacomo Brodolini ha lavorato sodo negli ultimi dieci anni per mettere a sistema le sue competenze nell'ambito della gestione di infrastrutture di innovazione, della ricerca e della formazione unendole alla capacità di lavorare a livello internazionale – commenta Manuelita Mancini, direttrice della Fondazione Brodolini – vogliamo costruire ponti per connettere ecosistemi dell'innovazione a livello nazionale e transnazionale e abbiamo creato una filiera che oggi può davvero fare la differenza».

(Unioneonline/v.l.)

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