Anche la Sardegna e le aziende isolane del settore food e agroalimentare festeggiano con orgoglio il riconoscimento dato dall’Unesco alla cucina italiana come patrimonio «fondante del viver bene, sano, con gusto e fantasia».

Lo afferma Giacomo Meloni, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, sottolineando come l’Isola, con le centinaia di
prodotti e con le migliaia di attività produttive e di lavoratori, «abbia contribuito a questo successo».

Lo dicono i dati: la Sardegna ha il 2,7% dei prodotti alimentari di qualità riconosciuti dall’Unione europea mediante i marchi DOC (Denominazione di Origine Protetta), IGP (Indicazione Geografica Protetta) e STG. La lista ne comprende 9: agnello di Sardegna, Carciofo Spinoso di Sardegna, Culurgionis d’Ogliastra, Fiore Sardo, Pecorino Romano, Pecorino Sardo, Olio di Sardegna, Zafferano di Sardegna e Sebadas.
Ancora, la ricchezza del territorio sardo si declina anche in ben 274 prodotti agroalimentari tradizionali (PAT), il 4,8% di tutto il patrimonio
italiano, caratterizzati da metodiche di lavorazione, conservazione e
stagionatura consolidate nel tempo: 100 paste fresche e panetteria, 68
prodotti vegetali, 20 carni, 21 formaggi, 21 prodotti della
gastronomia, 20 prodotti di origine animale, 15 pesci e molluschi, 7
bevande e distillati, 1 grassi e 1 condimenti.

Sempre secondo il rapporto di Confartigianato l’Isola ha registrato il più alto numero nazionale di operatori agroalimentari certificati DOP, IGP e STG: ben 15.440, il 19% del totale italiano.

«Parliamo – spiega Meloni – in primis di produttori primari ovvero vivai, aziende agricole, aziende zootecniche che conferiscono le proprie le materie prime alle migliaia di piccole imprese, soprattutto artigiane, come pastifici, risifici, molini, oleifici, caseifici, conserve e marmellate, mielifici, trasformatori di prodotti sott’olio e verdure confezionate, pasti pronti, cantine, birrifici, salumifici che, a loro volta, le trasformano in prodotti d’eccellenza a certificazione europea».
A livello territoriale 588 imprese artigiane operano a Cagliari con
2.188 dipendenti, 544 a Nuoro con 1.865 addetti, 271 a Oristano con
798 lavoratori, 879 a Sassari-Gallura con 3.089 dipendenti e 634 nel
Sud Sardegna con 2.100 addetti.

«Si tratta di un comparto in piena crescita ed evoluzione – riprende
il presidente di Confartigianato Imprese Sardegna - che sempre più
risponde alle esigenze di una clientela che nel corso dei lustri ha
modificato e affinato i propri gusti e stili alimentari. Ed è merito
di questi “artigiani del cibo” se i nostri prodotti piacciono tanto
anche all’estero, – aggiunge Meloni - un patrimonio economico e di
tradizione culturale che va costantemente difeso e valorizzato».

«Nonostante tutto questo successo, il settore agroalimentare della
nostra regione deve affrontare sfide significative - continua Meloni - la
crescente globalizzazione dei mercati, la contraffazione alimentare,
le normative sempre più stringenti in materia di sicurezza alimentare
e le aspettative dei consumatori in termini di sostenibilità
richiedono alle nostre imprese un continuo aggiornamento e
innovazione».

Tra i principali trend del settore - prosegue Meloni -
vi è la crescente attenzione alla tracciabilità dei prodotti, che
diventa un elemento determinante per garantire la fiducia dei
consumatori. Anche la digitalizzazione sta rivoluzionando il settore,
permettendo alle aziende di migliorare l’efficienza produttiva e di
accedere a nuovi mercati.
Infine, la sostenibilità non è più una
scelta, ma una necessità: le imprese che adottano e comunicano
correttamente pratiche sostenibili non solo migliorano la propria
reputazione, ma accedono a mercati premium e a incentivi economici».
Infine, il futuro dell’agroalimentare artigiano sardo: «Il futuro del settore
agroalimentare della Sardegna si basa su un equilibrio strategico tra
tradizione e innovazione. Se da un lato è fondamentale preservare le
caratteristiche uniche e artigianali dei prodotti locali, dall’altro è
altrettanto importante investire in nuove tecnologie e approcci
sostenibili.
La nostra Organizzazione mira a promuovere un modello di
sviluppo che valorizzi le peculiarità del territorio regionale,
rafforzando la competitività delle aziende a livello globale. La sfida –conclude Meloni – è ambiziosa, ma con il sostegno delle istituzioni locali e l’impegno degli imprenditori, il settore agroalimentare sardo continuerà a
essere un pilastro fondamentale dell’economia e della cultura italiana».

(Unioneonline/l.f.)

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