Tra piccole botteghe e laboratori artigianali sono più di 3.600.

E garantiscono 183 prodotti tradizionali sardi d'eccellenza riconosciuti dal ministero delle Politiche Agricole.

Agnelli, carciofi spinosi, formaggi, olio e zafferano, lavorati con arte e passione, diventano capolavori di bontà.

Come testimonia il dossier "Artigianato alimentare, speciale Natale", realizzato dall'Ufficio Studi nazionale di Confartigianato che ha preso in esame i dati del terzo trimestre 2015.

Risultato scontato: quando il cibo diventa un’arte con un giro d’affari di 92 milioni e una crescita del 9,3% delle esportazioni nei primi sei mesi del 2015 se raffrontati con lo stesso periodo dello scorso anno, il comparto dell’agroalimentare artigiano sardo si è ritagliato una nicchia di alta qualità nei mercati internazionali.

Delle 3.615 imprese agroalimentari artigiane, la parte più rilevante sono pasticcerie, panifici e gelaterie, mentre 1.640 sono attive nella ristorazione, 223 sono laboratori per la produzione della pasta, 52 lavorano e trasformano la carne, 48 sono impegnante nel settore lattiero caseario, 47 producono spezie e condimenti, 42 oli e grassi vegetali e animali.

A queste si aggiungono 26 maestre nella lavorazione e conservazione di frutta, ortaggi e pesce, 33 produttrici di vini, birre e distillati, 34 specializzate nella lavorazione di grano e cereali e altre 44 in altre produzioni artigianali di diverso tipo.

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