A gennaio l’inflazione in Sardegna è arrivata a +1,7%. Tradotto in denaro, il rincaro annuo per ogni famiglia residente nell’Isola è pari, in media, a 329 euro.

È quanto risulta da un’analisi dell’Unione Nazionale Consumatori, basata sui dati Istat diramati oggi, che prendono in considerazione le regioni, i capoluoghi e le maggiori città italiane.

Guardando ai centri più grandi dell’Isola, a Cagliari l’inflazione a gennaio ha sfiorato i due punti percentuali (+1,9%), con un rincaro medio annuo a famiglia pari a 395 euro. Nella classifica della città più care d’Italia il capoluogo sardo si piazza al 29esimo posto su 78. 

Sassari è invece al 58esimo posto, con un’inflazione a +1,5% (come la media nazionale) e un rincaro medio annuo a famiglia pari a 302 euro. 

Ancora: Olbia-Tempio fa registrare un’inflazione pari a +1,6% e un rincaro annuo medio di 322 euro. A livello nazionale il rincaro annuo medio è invece pari a 353 euro. 

In testa alla graduatoria delle città più care c’è Bolzano dove l’inflazione tendenziale pari a +2,5%, la seconda più alta d'Italia dopo Siracusa (+2,6%) ed ex aequo con Rimini e Imperia, si traduce nella maggior spesa aggiuntiva annua, equivalente a 724 euro per una famiglia media.

«Sull'altro fronte della classifica – spiega l’Unione Nazionale Consumatori - purtroppo non c'è più nessuna città in deflazione. La città più virtuosa d'Italia è Lodi, dove con +0,5%, l'inflazione più bassa d'Italia, si ha un aumento annuo di 131 euro. Al secondo posto Firenze, dove la seconda minore inflazione, +0,6%, determina un maggior costo di 157 euro. Medaglia di bronzo per Forlì-Cesena, +0,7% e +190 euro».

In testa alla classifica delle regioni più "costose", con un'inflazione annua a +2,3%, il Trentino che registra a famiglia un aggravio medio pari a 654 euro su base annua. Segue il Lazio (+1,9%, +464 euro) e al terzo posto l'Emilia Romagna (+1,7%, +449 euro). La Sardegna è al 12esimo posto, mentre la regione più risparmiosa è, invece, la Valle d'Aosta.

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