Ha volato comodamente sul volo di linea Roma – Cagliari di martedì sera. L’Airbus di Volotea lo ha ospitato senza chiedergli le ragioni del viaggio. In realtà l’avvocato Giulio Napolitano, cognome pesante quanto l’essere il figlio del Presidente emerito della Repubblica, in Sardegna non è venuto per vacanza. La missione in terra sarda era stata imposta dai vertici di Ita, la ex Alitalia, per scardinare la gara d’appalto, la seconda, che ha attribuito alla compagnia spagnola Volotea la continuità territoriale da e per l’Isola. Il legale di Ita aveva un mandato chiaro: fermare l’affidamento dei voli alla compagnia iberica.

Napolitano & Chiomenti

Una presenza imponente quella di Napolitano, in formato di consulente speciale dello studio Chiomenti, perché chiamato a rappresentare quello stesso studio che ha prima pianificato la continuità territoriale per la regione Sardegna, per passare, poi, dall’altra parte della barricata, impugnando al Tar i provvedimenti della stessa amministrazione regionale. Per la Regione e gli stessi giudici del Tar la presenza dei legali di Ita è stata inaspettata e per molti versi incomprensibile visto che sul primo ricorso si erano tutti accordati per rinunciare alla sospensiva e andare direttamente a febbraio per il merito. Appariva a tutti scontato che anche sul secondo ricorso, quello sulla gara che ha visto trionfare Volotea, si sarebbe andati direttamente al merito. Invece, no.

Ita bellicosa

Lo sbarco in terra sarda di Ita è stato bellicoso, quasi si fosse consumata una lesa maestà nei confronti dell’eredità di Alitalia. I toni del ricorso di Ita, peggio ancora l’arringa di Napolitano, sono stati durissimi. La contestazione si può sintetizzare: come vi siete permessi di escludere Ita da una competizione pubblica? Senza mai dirlo esplicitamente i legali della compagnia di Stato hanno fatto capire che si trattava di una compagnia pubblica e che alle spalle di fatto c’era la storia di Alitalia. Peccato che non ci fosse uno straccio di documento compiuto a certificarlo. L’imbarazzo per quella sovrapposizione di incarichi legali, prima della Regione e poi della compagnia di Stato, ha indotto un cambio di strategia processuale. I legali di Ita sono stati espliciti: vogliamo un pronunciamento immediato del Tar perché sospenda l’aggiudicazione della gara. Lo scontro è stato titanico e durissimo. Nei corridoi del palazzo di viale Trento i toni erano già accesi prima di iniziare la Camera di Consiglio presieduta dal numero uno del Tar Dante D’Alessio, con il giudice Relatore Tito Aru e Raffaelo Scarpato Referendario.

Siamo in Sardegna

All’incedere irruento del professor Napolitano, prima di entrare nell’aula a porte chiuse, fa muro il legale della Regione, Mattia Pani, che replica con garbo ma fermezza. La reazione si registra anche nel corridoio: collega le consiglierei di cambiare tono e atteggiamento perché forse non le è chiaro che è sbarcato in Sardegna, non nel terzo mondo. Dentro lo scontro si fa più duro, ma tecnico. L’avvocatura regionale ribadisce un concetto: Ita non aveva gli aerei, lo scrive l’Enac, e soprattutto in questa Regione le gare d’appalto non si attribuiscono in base al sentito dire o alle rendite di posizione. Napolitano attacca: la Regione ha bandito la seconda gara perché voleva spuntare un ulteriore ribasso e risparmiare. In pratica un’operazione per lucrare.

Senza aerei

La risposta di viale Trento è scritta: si chiede ai giudici di censurare quest’affermazione gravissima. Non si tirano indietro i legali di Volotea, Laura Pierallini e Ilaria Gobbato: respingiamo al mittente le accuse di non avere le caratteristiche per gestire questo appalto, il ribasso del 42 % è frutto di attente valutazioni, funzionali ad una corretta gestione dei conti. Un dato è certo conclude Volotea: Ita non aveva gli aerei perché non esistevano nel registro aeronautico. I giudici decideranno nelle prossime ore. Giulio Napolitano è ritornato a Roma, sempre a bordo dell’airbus di Volotea. In attesa del pronunciamento del Tar sulla sospensiva, previsto per oggi.

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