“Le 35mila imprese artigiane della Sardegna, insieme a più di 90mila dipendenti, stanno vivendo una crisi senza precedenti legata alla folle corsa dei prezzi di gas ed elettricità. Situazione che rischia di cancellare migliaia di attività produttive e far perdere decine di migliaia di posti di lavoro”. È l’allarme lanciato da Confartigianato Sardegna che ha scritto agli assessori regionali al Bilancio e all’Artigianato, Giuseppe Fasolino e Gianni Chessa, per chiedere provvedimenti a sostegno di imprese e famiglie, con strumenti e soluzioni rapidi, concreti e senza burocrazia.

“Tante attività artigiane – scrivono la Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Maria Amelia Lai, eil segretario regionale Daniele Serra - se la rotta del caro-energia non dovesse essere invertita, non saranno più in condizioni di lavorare e si troveranno a dover chiudere definitivamente con danni irreparabili al sistema economico e sociale regionale”.

I dati delle rilevazioni dell’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna sono allarmanti: ad agosto i prezzi dell’elettricità, del gas e degli altri combustibili nell’Isola sono cresciuti, in media, del 75,6% rispetto allo stesso periodo del 2021. L’aumento maggiore è stato registrato a Olbia-Tempio con +73,6% rispetto all’anno precedente; segue la provincia di Sassari con +64,7% e Cagliari con +66,4%. Inoltre, a settembre 2021 a oggi le micro e piccole imprese della Sardegna hanno pagato per l’energia elettrica 425 milioni di euro in più rispetto all’anno precedente. I settori più colpiti nell’Isola sono quelli della panificazione, alimentare, lavorazione legno e autoriparazione così come nel resto d’Italia lo sono quelli di vetro, ceramica, cemento, carta, metallurgia, chimica, tessile, gomma e plastica.

Un impatto senza precedenti sulle piccole attività produttive isolane – scrivono i vertici isolani di Confartigianato - che rischia di ingigantirsi ulteriormente se nei prossimi quattro mesi i prezzi dell’elettricità non diminuiranno”. I maggiori costi per i piccoli imprenditori, infatti, potrebbero salire nel 2022 fino a 850 milioni di euro in più rispetto al 2021.

“La situazione è insostenibile e rischia di andare fuori controllo”, affermano Lai e Serra che chiedono “interventi immediati e altrettanto rapide riforme per riportare i prezzi dell’energia sotto controllo e scongiurare un’ecatombe di imprese e una crisi senza precedenti”.

(Unioneonline/EC)

© Riproduzione riservata