La recente impennata dello spread - ormai giunto stabilmente sopra i 300 punti anche a causa del braccio ferro tra Italia e Commissione europea sulla manovra - potrebbe costare "oltre 5 miliardi nel 2019 e circa 9 nel 2020 se i tassi dovessero restare coerenti con le attuali aspettative dei mercati".

Questo l'allarme lanciato oggi dalla Banca d'Italia, che ha presentato il suo Rapporto sulla stabilità finanziaria.

Secondo l'istituto centrale i rialzi "ostacolano il calo del rapporto debito-Pil, riducono il valore della ricchezza delle famiglie, frenano e rendono più oneroso il credito al settore privato, peggiorano le condizioni di liquidità e la patrimonializzazione di banche e assicurazioni".

L'incremento dei tassi all'emissione dei titoli di Stato - spiega via Nazionale - ha determinato negli ultimi sei mesi un'espansione della spesa per interessi di quasi 1,5 miliardi rispetto a quella che si sarebbe avuta con i tassi che i mercati si aspettavano in aprile.

Bankitalia evidenzia che "da maggio i rendimenti dei titoli di Stato italiani hanno subito un marcato e persistente rialzo e il valore medio di mercato dei titoli in circolazione si è ridotto di circa il 9 per cento", riflettendo "il forte rialzo dei premi per il rischio derivante dalle incertezze sull'orientamento delle politiche economiche e di bilancio" e determinando "una riduzione del valore della ricchezza finanziaria delle famiglie" del 2% (poco meno di 85 miliardi).

L'istituto ha infine ricordato nel documento, durante la crisi del 2010-2011, l'aumento di 100 punti dello spread aveva fatto salire di 30 punti base i tassi sui mutui alle famiglie.

(Unioneonline/F)
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