La settimana delle Borse europee è iniziata con una seduta in netto calo, per tutte le piazze. Francoforte ha perso l’1,2%, Londra lo 0,22%, Parigi 0,98% e Madrid l’1,11%.

Pesano i timori sulla tenuta dell'Eurozona e le parole del presidente della Bce Mario Draghi, che ha messo in guardia dai rischi di un allentamento delle regole finanziarie (annunciato negli Usa).

La maglia nera va però a Milano, dove il Ftse Mib ha terminato in ribasso del 2,21%, trascinato giù dal settore bancario.

A riportare le maggiori perdite è Unicredit (-6,86%), crollata nel giorno in cui è partito il maxi-aumento di capitale da 13 miliardi, il più grande della storia per una società italiana, che sarà portato avanti fino al 10 marzo.

Nel comparto creditizio, le vendite si sono concentrate anche su Bper (-5,71%) Banco Bpm (-5,85%), Ubi Banca (-5,47%), Mediobanca (-4,1%). Mentre si è raffreddata la speculazione su Generali (-2,34%), dopo che Intesa (-2,41%) ha precisato nei giorni scorsi di non avere allo studio alcuna offerta di scambio e che l'opportunità di una rafforzamento nell'assicurativo e ancora in fase di valutazione.

Il segno meno ha colpito anche i titoli industriali, come Leonardo-Finmeccanica (-3,29%); in positivo invece Cnh Industrial (+3,13%).

Salgono infine le azioni di Telecom Italia (+1,41%), dopo la diffusione dei conti del quarto trimestre 2016 e le indicazioni del piano 2019 con investimenti per 11 miliardi.

In questo quadro, le tensioni degli investitori si sono scaricate soprattutto sui titoli governativi. Lo spread tra Btp e Bund ha sfondato il muro dei 200 punti base per la prima volta da febbraio 2014, terminando a 201 pb (+20 rispetto alla chiusura precedente).

Il rendimento del decennale tedesco sul mercato secondario si attesta allo 0,36% (in calo di 4 punti base), mentre quello italiano è al 2,39% (dal 2,24% di venerdì).

Se nel caso specifico dell'Italia desta preoccupazione la stabilità del governo e la prospettiva del voto anticipato (oltre allo "scontro" con la Ue sui conti pubblici), a livello più generale hanno pesato il discorso pronunciato ieri da Marine Le Pen: che ha annunciato l'intenzione – in caso di vittoria alle presidenziali – di chiedere per Parigi l'uscita dall'Euro. Le affermazioni della candidata del Front National si sono fatte sentire anche sullo spread dei titoli francesi, salito a 77 punti base (ai massimi da quattro anni).
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