"È opportuno che Alitalia voli, faccia servizio, faccia collegamenti con le Isole, con la Sardegna, a prezzi buoni, utile al turismo e al sistema Paese. Come sarà l'azionariato? Fosse per me nazionalizzerei tutto, e vedi che non ci sarebbero problemi di cercare partner".

Claudio Borghi, presidente leghista della Commissione Bilancio alla Camera, dice la sua sul dossier Alitalia dopo che, a quattro giorni dalla deadline del 15 luglio prossimo, termine per la presentazione dell'offerta per l'acquisizione della compagnia, è scesa in pista Atlantia.

Per settimane, anzi per mesi, è stato il convitato di pietra, ma ora Atlantia gioca la sua partita, come caldeggiato dal principale regista dell'operazione, Fs spa, e da Delta Airlines.

Al puzzle mancano però alcuni tasselli.

Al momento, la certezza, confermata anche dal vicepremier Luigi Di Maio, è che la maggioranza assoluta della nuova Alitalia sarà in mano pubblica. Alle Ferrovie farà capo una quota del 35% e al Mef, con la conversione in equity di parte del prestito ponte, una quota del 15%.

Delta dovrebbe entrare con una quota tra il 10 e il 15%. Si arriva così, dunque, a una quota intorno al 60-65%. Si tratta ora di vedere come verrà completata la parte mancante. L'opzione preferita da Fs e Delta è quella di un quarto partner, rappresentato appunto da Atlantia.

(Unioneonline/D)
© Riproduzione riservata