Presto potrebbe essere svelata l’identità di Satoshi Nakamoto, lo pseudonimo dietro il quale si cela il creatore – ancora sconosciuto – del bitcoin.

A risolvere il mistero sull’inventore della criptovaluta, che in questi giorni ha raggiunto i 60mila dollari di prezzo, potrebbe essere i giudici di un processo che si sta celebrando in Florida.

Gli eredi dell’uomo d’affari David Kleiman hanno intentato una causa contro quello che sostengono fosse il suo ex socio, David Kleiman, programmatore australiano residente a Londra, a proposito del controllo degli asset della loro partnership, un tesoro da 64 miliardi di dollari (pari a un milione di bitcoin).

Dal 2016 Wright sostiene di essere il creatore della moneta virtuale, ma la sua rivendicazione è stata a più riprese negata da gran parte della comunità del Bitcoin.

La famiglia di Kleiman, invece, afferma che i due avrebbero lavorato insieme nel mining del bitcoin – ovvero quell'attività attraverso cui un utente di Internet mette a disposizione un computer e la corrente elettrica per estrarre criptovalute, ricevendo un compenso - e questo le darebbe il diritto a ricevere la metà della somma.

I legali di Wright, invece, smentiscono questa ricostruzione, dichiarando che il loro assistito sia il creatore del bitcoin e non abbia mai coinvolto Kleiman nelle operazioni.

"Riteniamo che la corte sarà in grado di verificare che non c'è nulla che attesti una partnership", ha spiegato in evidenza Andres Rivero, avvocato di Wright. 

(Unioneonline/F)

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