Nonostante il salvabanche non si aprono i rubinetti dei finanziamenti alle imprese.

Negli ultimi 12 mesi i prestiti sono crollati di 12 miliardi, da 791 a 779 (-1,52%). Aumentano invece quelli alle famiglie e i mutui, che sono saliti di 8 miliardi facendo registrare un +1,35%.

Questi i principali risultati del rapporto mensile sul credito realizzato dal centro studi di Unimpresa, secondo cui il totale dei prestiti al settore privato è passato dai 1409 miliardi di febbraio 2016 ai 1405 di febbraio 2017.

Il vicepresidente di Unimpresa pone l'accento sui finanziamenti alle imprese, che languono: "Lo Stato ha salvato le banche con un prestito da 20 miliardi, che peraltro potrebbe non bastare, ma non ci sono certezze sulla riapertura dei rubinetti dei finanziamenti", dice Claudio Pucci.

"Da quasi 10 anni - continua Pucci - le aziende italiane, specie le più piccole, fanno i conti con una stretta del credito violentissima, che mette in ginocchio l'economia: i prestiti alle imprese diminuiscono al ritmo di un miliardo al mese".

Poi il colpo alla stretta normativa, ai nuovi requisiti patrimoniali, particolarmente severi, con cui devono fare i conti gli istituti bancari: "Sicuramente questa stretta normativa gioca un ruolo cruciale nel limitare la circolazione della liquidità nell'economia reale. Tuttavia, prima o poi, bisogna fare la necessaria chiarezza sui responsabili dei dissesti bancari italiani e bisogna chiedere conto a chi, fino a poco tempo fa, tratteggiava una situazione di assoluta tranquillità per gli istituti italiani, raccontando fatti che sono stati clamorosamente smentiti".
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