Il valore della distruzione dell’ambiente,  il vantaggio patrimoniale per gli speculatori, ammonta a 122 miliardi. Dato esemplare che descrive la gravità dell’assalto eolico ai danni della Sardegna. È emerso nel corso del forum “Insularità, paesaggio e ambiente”  che si è svolto nella sala “Giorgio Pisano” de L’Unione Sarda a Cagliari.

Nell'incontro, condotto e moderato da Maria Antonietta Mongiu e Rita Dedola, rispettivamente presidente e componente del comitato “Insularità in Costituzione”, gli interventi hanno avuto un comune denominatore: la preoccupazione per il futuro e la necessità di agire contro le speculazioni energetiche che condizionano pesantemente lo sviluppo dell'Isola.

C'è anche il dato sul valore degli incentivi che i signori del vento potrebbero incassare se i progetti presentati dovessero  avere il via libera: «Potrebbero incassare in un anno oltre otto miliardi di euro, cifra altissima se pensiamo che il bilancio della Regione è di poco superiore», ha sottolineato l’editore del gruppo L’Unione Sarda Sergio Zuncheddu.  Secondo Don Francesco Tamponi, direttore ufficio Beni culturali della Conferenza episcopale sarda, «si tratta di profittatori  che vengono nelle nostre terre per rubare il vento». Per Maria Antonietta Mongiu «è una nuova forma di colonialismo. Ma ora abbiamo preso coscienza del valore dei nostri beni ambientali e faremo di tutto per difenderli».

Raffaele Sestu, presidente dell’Unione delle Pro Loco, assicura che «le associazioni che operano nei territori per valorizzare tradizioni e antiche vocazioni sono pronte alla mobilitazione contro le speculazioni energetiche».

IL VIDEO DELL’INCONTRO: 

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