Nella provincia dove l'artigianato gode di vetrine importanti a livello nazionale, gli artigiani stanno scomparendo. E il Covid-19 può aver dato la mazzata finale a un settore che da anni vive una crisi paurosa. I dati parlano da soli. Nel primo trimestre di quest'anno non c'è stata una che è una nuova registrazione di impresa artigiana alla Camera di commercio. Zero a fronte di 77 cancellazioni, che significa una decrescita trimestrale del 3 per cento. Più del doppio rispetto alle altre tre province sarde e tre volte tanto il calo nazionale.

Negli ultimi vent'anni le imprese iscritte alla Camera di commercio da 3.464 sono scese alle 2.522 di questo fine trimestre: meno 942, in calo del 35 per cento. Non c'è settore che ne esca bene: agricoltura, costruzioni, commercio, trasporti. E la stessa ristorazione che dopo gli anni del boom da gennaio è scesa di 12 unità, e di 25 i “servizi alle persone”, badanti e governanti. «La situazione è sempre più preoccupante nella provincia di Oristano che conferma un tessuto artigianale letteralmente falcidiato dalla crisi», sottolineano Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, presidente e segretario regionale della Cna Sardegna. I perché sono tanti ma uno in particolare fa la differenza rispetto a tutte le altre province, non solo sarde ma addirittura italiane. Il motivo del crollo lo spiega molto bene Marco Franceschi, direttore della Confartigianato: «Il comparto artigiano lamenta il perdurare della situazione di inattività dell'Albo delle imprese artigiane della provincia di Oristano il quale, a seguito della riforma, non provvede a dare esito alle richieste di iscrizione e modificazione delle imprese artigiane. Tale situazione ha generato dal 2017 un saldo negativo di nati/mortalità di circa 200 aziende. Inoltre sono circa 150 quelle di nuovo avvio che sono in attesa di riconoscimento e alle quali viene attualmente negata la qualifica artigiana (e di conseguenza le agevolazioni fiscali, contributive e contrattuali)». Il non avere un Albo delle imprese artigiane porta con se altri gravi problemi. «La sede provinciale Inps varia l'inquadramento delle posizioni negando il riconoscimento della qualifica di artigiano e riclassificando tutte le aziende nel settore industria con notevoli aggravi di costi per le imprese - denuncia Franceschi - Allo stesso modo l'Inail sta applicando ai titolari i coefficienti assicurativi dei lavoratori dipendenti complicando inoltre la possibilità di maturare qualifiche e requisiti professionali. La mancata operatività dell'Albo, lede infine il diritto e il dovere ad esercitare l'attività di impresa in forma artigiana impedendo, di fatto, l'accesso ad importanti provvidenze di settore. Segnaliamo in conclusione il mancato coordinamento degli enti che operano senza tenere conto dei nuovi confini territoriali.

Le zone di Bosa e Laconi ancora oggi hanno uffici camerali e INAL di riferimento a Nuoro e INPS a Oristano, con grave disagio nell’adempiere ed essere assistiti ai processi burocratici, acuendo il senso di abbandono da parte delle istituzioni».

Franceschi, alla luce di questa situazione, pone anche l’accento sull’aggravarsi del fenomeno dell’abusivismo. <E' evidente che l'incapacità di coprire anche la sola quota contributiva dei titolari può spingere verso una scelta di illegalità e l'esercizio abusivo dell'attività di impresa. La piaga dell’abusivismo continua ad incidere notevolmente su tutti i comparti dell’artigianato. Il fenomeno, sintomo di un disagio sociale riguarda tanto lavoratori dipendenti che operano concorrenza sleale quanto casi di aziende espulse dal mercato che continuano ad operare in nero>. Infine, l’analisi della crisi se settore non può non includere anche il triste primato delle malattie sul lavoro. <Relativamente alle malattie professionali si segnala invece un tasso estremamente elevato (ancorché in calo negli ultimi anni) di richieste e conseguenti accoglimenti, apparentemente ingiustificate dal contesto produttivo e probabilmente da interpretarsi come una forma di ammortizzatore sociale della crisi economica - conclude il direttore di Confartigianato della provincia di Oristano - L'analisi dei dati evidenzia che nel territorio di Oristano è presente una incidenza molto elevata anche rispetto ad aree industriali con tradizione lavorativa di forte impatto sulla salute dei lavoratori>.
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