L'offerta dei tedeschi di Lufthansa per Alitalia dovrebbe valere circa 500 milioni di euro e si concentrerebbe su flotta, piloti, assistenti di volo e slot. Un'offerta, però, che comprenderebbe 6mila esuberi su 12mila dipendenti, praticamente la metà degli effettivi, toccando in particolare il personale di terra.

I tedeschi avrebbero inoltre intenzione di ridurre i voli a corto e medio raggio, da anni in perdita, e vorrebbero che Etihad resti nella partita Alitalia con un ruolo però da definire.

Condizioni, soprattutto per la parte relativa all'occupazione, considerate dal governo italiano "intollerabili".

Oggi alle 18 scade il tempo a disposizione di compagnie aeree e fondi finanziari per la presentazione di un'offerta vincolante per l'acquisto dell'ex compagnia di bandiera.

Ryanair si è sfilata dalla corsa, mentre la già citata Lufthansa e fondi americani sarebbero interessati.

Si è parlato anche dell'ipotesi di comprare solo una parte dell'ex aerolinea di bandiera, impostazione che il governo vorrebbe scongiurare.

Il Consiglio dei ministri di venerdì scorso ha ritenuto opportuna "una proroga tecnica" della conclusione della gara al 30 aprile 2018, quando ci dovrebbe essere un nuovo esecutivo.

La settimana scorsa, nel decreto fiscale collegato alla manovra, si è decisa quindi la proroga del termine della gara, che proseguirà fino alla prossima primavera.

Parallelamente, si permetterà all'ex compagnia di bandiera di tenere i fondi che le erano stati prestati dallo Stato (600 milioni di euro, con un tasso del 9,75%), e di averne altri (300 milioni). Soldi, che in teoria dovevano essere restituiti il 2 novembre, che serviranno a "garantire la continuità del servizio di trasporto aereo sino all'effettivo trasferimento dei complessi aziendali", ha spiegato Palazzo Chigi in una nota.

Nuova scadenza per la restituzione: fine settembre 2018.

"È indispensabile poi garantire già da oggi la piena tranquillità operativa della compagnia - spiegano ancora dal ministero dello Sviluppo economico - anche nel periodo transitorio di 4-6 mesi".

Inoltre, viene sottolineato che l'intervento dello Stato "è un finanziamento oneroso che sarà rimborsato dalla procedura, con interessi fissati peraltro a un tasso molto elevato". Così al ministero assicurano che "rimane ferma intenzione dell'esecutivo di procedere il più rapidamente possibile alla cessione della compagnia", ma il timore ora è che le offerte non siano corrispondenti al bando di gara.

(Redazione Online/m.c.)
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