"Lo Stato si assuma le sue responsabilità, ci tratti con lo stesso metro di misura usato per i dipendenti Alitalia e cerchi una soluzione a una delle più importanti vertenze nazionali".

Questo l’appello lanciato dai circa 200 dipendenti di Air Italy che oggi hanno manifestato ancora una volta a Roma "per il lavoro, che è un diritto".

Il corteo è partito dal Colosseo ed è arrivato in piazza Santi Apostoli. Qui lavoratori e sindacati si sono radunati per chiedere al governo di scongiurare in extremis i licenziamenti avviati dai liquidatori della compagnia a decorrere dal 2 gennaio. La società si è infatti rifiutata di richiedere una proroga della cassa integrazione.

I dipendenti della compagnia aerea non hanno intenzione di arrendersi: "Auspichiamo di essere ricompresi con un emendamento nel decreto che il governo sta elaborando a sostegno del comparto turistico e dei trasporti, a iniziare da quelli aerei", hanno spiegato i leader delle sigle sindacali.

Le richieste dei 1322 lavoratori ex Meridiana sono precise, come è emerso dal faccia a faccia di ieri con la Regione Sardegna (e in particolare con l’assessore del Lavoro Alessandra Zedda), e sono state messe nero su bianco nel documento unitario indirizzato al ministro del Lavoro Andrea Orlando, dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, e dei Trasporti Enrico Giovannini: "Riconvocazione del tavolo ancora aperto, blocco dei licenziamenti, proroga della cassa integrazione e attivazione di uno strumento straordinario di sostegno al reddito per 36 mesi. Chiediamo di scongiurare la Naspi e bloccare i licenziamenti nell'incontro che il governo convocherà nei prossimi giorni con le Regioni Sardegna e Lombardia. Chiederemo anche un anno di cassa integrazione, il mantenimento della validità delle licenze, la riqualificazione del personale e la sua ricollocazione nelle altre compagnie aeree". 

(Unioneonline/F)

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