Dopo il rincorrersi di voci è arrivata come una ghigliottina la notizia della messa in stato di liquidazione di Air Italy, la compagnia aerea nata dalle ceneri di Meridiana e la seconda compagnia italiana dopo Alitalia.

Aveva cercato di evitarlo Paola De Micheli, con un appello dell'ultimo minuto a non prendere decisioni per oggi. Ma gli azionisti, Alisarda con il 51% e Qatar Airways attraverso AQA Holding con il 49%, hanno deciso all'unanimità di mollare. Il motivo? Lo spiega Alisarda in una nota: "Nel 2019, nonostante l'aumento del fatturato, che è atteso attorno ai 330 milioni di euro, le perdite previste dovrebbero toccare i 230 milioni di euro, cioè il 70% del fatturato". Una caduta libera.

La strada scelta è quella dunque della liquidazione in bonis, un percorso che prevede il pagamento di tutti i dipendenti - in tutto circa 1.200, di cui 550 in Sardegna - e dei creditori.

Sul fronte voli, saranno assicurati quelli sino al 25 febbraio negli stessi orari e nei giorni previsti ma con altri vettori, mentre i passeggeri che hanno prenotato collegamenti in partenza in date successive al 25 febbraio saranno riprotetti o rimborsati integralmente. Air Italy si è inoltre impegnata a continuare a svolgere i collegamenti in continuità territoriale con la Sardegna fino al 16 aprile prossimo, data della conclusione del regime attualmente vigente.

LE REAZIONI - Dure le parole della De Micheli che parla di decisione "gravissima" che "comporta ripercussioni sui viaggiatori e sul traffico aereo nel nostro Paese. Il ministero adotterà tutte le misure possibili per garantire i diritti dei passeggeri e i collegamenti fino ad oggi coperti dalla compagnia. Vigileremo inoltre con la massima attenzione sugli impegni presi dalla società dopo l'assemblea dei soci".

Il ministro ha convocato domattina i commissari liquidatori della società, Enrico Laghi e Franco Maurizio Lagro: all'incontro saranno presenti anche la sottosegretaria allo Sviluppo economico, Alessandra Todde, e il presidente di Enac, Nicola Zaccheo.

Il presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas, ha scritto ai ministri dei Trasporti e dello Sviluppo economico per chiedere un incontro urgente: "La decisione dei soci di Air Italy di mettere in liquidazione l'azienda è purtroppo l'inevitabile risposta alle difficoltà che da tempo la compagnia stava incontrando in un mercato sempre più globalizzato e competitivo, ed è una scelta che non può lasciarci certo indifferenti".

Poi convoca i vertici aziendali e gli azionisti della compagnia aerea: "Vogliamo conoscere i reali motivi che hanno portato l'azienda in una situazione di sofferenza e disimpegno la cui liquidazione rappresenterebbe un duro colpo per il territorio gallurese e per tutta la Sardegna. Ma vogliamo anche conoscere il perché non sono state portate avanti tutte le iniziative per evitare la crisi".

IL PROGETTO - Avrebbe compiuto due anni tra poco più di una settimana, il 19 febbraio, Air Italy, il più ambizioso progetto societario nel campo del trasporto aereo internazionale che abbia mai avuto base in Sardegna.

La sua gestazione era iniziata già nel 2017, attraverso l'acquisizione del 49% delle azioni di AQA Holding ad opera di Qatar Airways. Alisarda, il vettore fondato nel 1963 dal principe ismaelita Karim Aga Khan, è rimasta sino a oggi azionista di riferimento di Air Italy detenendo il 51% di AQA Holding.

Due anni fa veniva annunciato un rinnovo della flotta nell'arco di 5 anni con 50 aerei per servire 10 milioni di passeggeri e la creazione di 1500 posti di lavoro. L'hub principale rimaneva Milano Malpensa, mentre la sede centrale veniva confermata a Olbia. Le cose però non sono andate come previsto.

I SINDACATI - "Apprendiamo solo adesso - afferma il segretario nazionale della Filt Cgil Fabrizio Cuscito - di una tardiva convocazione dell'azienda da parte ministeriale, di fronte allo spettro del blocco dell'attività ci saremmo aspettati azioni ben più incisive da parte dei ministeri che erano stati informati da settimane attraverso le nostre denunce".

"La messa in liquidazione di Air Italy - prosegue - è l'ennesimo atto predatorio da parte di imprese straniere nei confronti del lavoro nel nostro Paese. Ci auguriamo inoltre che la giustizia italiana faccia chiarezza sulla gestione delle risorse di Air Italy che a fronte dell'ennesimo sacrificio posto in essere dai lavoratori negli ultimi anni ha sperperato tutte le risorse. Ci mobiliteremo con ogni tipo di azione, consentita dalla legge, perché i posti di lavoro siano tutelati, a cominciare dallo sciopero nazionale del settore del 25 febbraio, a cui ne seguiranno altri se la situazione non dovesse migliorare".

(Unioneonline/D)
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