I sindacati della Funzione Pubblica si rivolgono al Prefetto, al Presidente della Regione Christian Solinas e all'assessore alla Sanità Mario Nieddu contro quelle che definiscono "azioni di ostruzionismo e di mai cessata ingerenza da parte dei vertici Aias e dei loro fiduciari" in merito alla partecipazione allo sciopero generale indetto per domani, con tanto di manifestazione (10.30) davanti all'assessorato alla Sanità di via Roma.

"Ci stanno arrivando segnalazioni da diverse strutture Aias della Sardegna", si legge in una nota delle segreterie regionali di Cgil, Cisl, Uil Fp, secondo le quali "alcuni solerti coordinatori e direttori sanitari hanno stilato delle circolari per stabilire i contingenti minimi essenziali di personale nella giornata in cui è stato indetto lo sciopero. Anche uno dei legali dell'azienda, impegnato nelle procedure del concordato preventivo, sta facendo il giro delle maggiori strutture per convincere i lavoratori che lo sciopero è sbagliato e che danneggia il lavoro che si sta facendo per evitare il fallimento".

Secondo i sindcati della Funzione Pubblica queste azioni "violano le vigenti normative in materia di sciopero dato che la maggior parte di queste strutture Aias per le quali viene imposto il contingente minimo erogano solo prestazioni di riabilitazione ambulatoriale e domiciliare e non devono garantire un'assitenza h24".

Il risultato di queste iniziative, scrivono Cgil, Cisl, Uil Fp "sta creando sconcerto e confusione, inducendo molti lavoratori a non aderire allo sciopero per paura di delle sanzioni disciplinari". Pertanto le sigle sindacali chiedono un immediato intervento delle Istituzioni affinchè cessino le azioni di ostruzionismo da parte dell'Aias e i lavoratori possano decidere in libertà se aderire o meno all'astensione generale dal lavoro di domani".

Dai sindacati anche la considerazione secondo la quale "le procedure in atto riguardo alle richieste di fallimento da parte della Procura richiederebbero atteggiamenti diversi e più rispettosi nei confronti di una disperazione dei lavoratori ormai certificata e oggettiva, negata per anni".
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