Formaggio aromatizzato con l'aggiunta di mirto o di altri profumi e sapori di Sardegna. La ricerca di produzioni innovative diventa una necessità per l'agroalimentare e la Regione mette sul piatto fondi per un milione e mezzo, riservando i bandi a gruppi di imprese dei settori lattiero-caseario, vitivinicolo e ittico.

Accanto al pecorino romano rivisto e corretto con stagionature molto più lunghe (dodici, ventiquattro e addirittura trentasei mesi), c'è spazio per gli spumanti ottenuti da vitigni autoctoni e anche per una filiera delle ostriche costruita interamente in Sardegna: dalla produzione alla commercializzazione del prodotto finito. Con un occhio alla qualità e senza dimenticare, come ha ricordato presentando i bandi regionali l’assessore alla Programmazione, Raffaele Paci, che «l'agroalimentare è uno dei settori più importanti della nostra economia».

Perché «cibo e innovazione sono un binomio capace di trainare i prodotti sardi sui mercati internazionali» e, grazie alla collaborazione delle imprese unita alla capacità di fare rete, «le aziende sarde possono acquistare competitività e forza per imporre nel mondo le proprie eccellenze alimentari».
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