Via San Prospero, nel cuore di Milano, non è a un passo dal Largo Carlo Felice, nel ventre della capitale della Sardegna. Il civico numero uno di quella strada meneghina dista dalla statua di Carlo Felice, nel cuore di piazza Yenne, la bellezza di 744 chilometri. Il filo rosso che li collega, però, sotterraneo e silenzioso, esiste da tempo. Non una percezione, non una supposizione, ma un documento-confessione vergato con tanto di protocollo e firme in calce. Un atto quasi notarile, da tenere socchiuso nei segreti di un’operazione tanto finanziaria, quanto politica. L’atto di cui siamo entrati in possesso, alla luce della nostra inchiesta sul futuro dell’aeroporto di Cagliari, è molto di più di una prova. E’ la conferma di un piano per mettere le mani sullo scalo cagliaritano.

Lontano da Carlo Felice

Una conferma senza appello: la regia dell’operazione per la conquista della pista aerea di Elmas non è nel Largo Carlo Felice, sede della Camera di Commercio di Cagliari, ma a Milano. Il documento svela senza tema di smentita gli attori, i protagonisti e l’obiettivo: mettere nel sacco dell’alta finanza anche l’aeroporto di Santa Gilla. Ad apporre il sigillo sull’operazione ci sono due elementi che inchioderebbero anche un elefante alla parete. Il “notaio” che firma il verbale in realtà è l’avv. Eugenia Notarangelo, chiamata a certificare l’adunanza del 3 marzo del 2021.

Decide F2i

Sono le 16.01. La convocazione è per il Consiglio di amministrazione della società F2i Ligantia, la società pseudo sarda che ha acquisito a mani basse gli aeroporti di Alghero e Olbia. A vigilare sulla seduta è nientemeno che l’avvocato della casa madre della società, la F2i Sgr, il più grande fondo finanziario infrastrutturale italiano. Non è un caso che il luogo “fiscale” della riunione, nonostante tutti i partecipanti siano collegati in remoto, viene individuato proprio a Milano, in via San Prospero, al n. 1, dove, è scritto nel verbale, «si trova il predetto segretario». Dunque, quella seduta per l’insediamento della società che dovrà decidere le sorti degli aeroporti sardi, si tiene ufficialmente nella sede di F2i e la segretaria che governa il tutto è proprio il legale del fondo finanziario.

Regia a Milano

Non è un caso, ovviamente. La vera regia di tutto è proprio lì, da tutt’altra parte rispetto a Piazza Yenne. Si potrebbe dire che “Ligantia” sino a quel momento non ha niente a che fare con lo scalo del Sud Sardegna. Non è così. E’ in quella riunione via etere, teleguidata dalla sede di F2i a Milano, che si decide, infatti, di puntare il mirino proprio sull’aeroporto di Cagliari-Elmas. Non lo dicono, però, lo scrivono direttamente. Le parole verbalizzate nell’atto di cui siamo in possesso, e di cui riproduciamo uno stralcio, sono attribuite a Roberto Barbieri, l’ex senatore del Pd, asceso al ruolo di ambasciatore volante di F2i in terra sarda.

Tutto già deciso

L’ex compagno dei cieli nel verbale è esplicito come non mai: «Più in generale, evidenzia che, con l’operazione di acquisto di Olbia, l’obiettivo della Società diventa quello di realizzare, in conformità alla normativa di riferimento, il sistema aeroportuale sardo e, con esso, contribuire allo sviluppo del territorio». Le parole non sono criptate. Quel richiamo al «sistema aeroportuale sardo» è molto di più di una scalata preannunciata. Tutto questo pianificato nelle ambizioni e nelle procedure. Loro, i membri del cda, collegati a doppia fibra con la sede di F2i, in quell’istante, sanno che con l’operazione “Olbia” metteranno direttamente mano a quella quota dello 0,209% dell’aeroporto di Cagliari che fu di Alisarda. Non una grande quota, ma una leva finanziaria indispensabile per scardinare il sistema aeroportuale del Sud Sardegna. E, ovviamente, non è un caso che la Camera di Commercio di Cagliari, nemmeno dieci mesi dopo quel consiglio di amministrazione di F2i Ligantia, sia chiamata a “condividere” i piani “privati” decisi a Milano, alla faccia della gestione autonoma del sistema aeroportuale sardo. Nel Largo Carlo Felice, sede dell’ente pubblico “Camera di Commercio di Cagliari e Oristano”, ieri sono iniziate le manovre ufficiali per dare mandato al Presidente, Maurizio De Pascale, di definire i contenuti dell’operazione proprio con F2i Ligantia e il fondo americano BlackRock.

Ente pubblico, non privato

Un’operazione, però, che rischia di scontrarsi proprio con la natura pubblica della Camera di Commercio e con una concessione aeroportuale rilasciata da un ente di Stato, l’Enac. Due elementi imprescindibili che, però, probabilmente, sono passati in secondo piano dinanzi alla smania natalizia di portare a casa, tutto e subito, lo scalo di Cagliari-Elmas.

Bene pubblico

E’ certo che l’aeroporto del sud dell’Isola, sotto molti punti di vista, a partire dagli investimenti, 200 milioni di euro, tutti statali e regionali, è un bene pubblico a tutti gli effetti e non potrà essere dismesso con tanta facilità, né sul piano azionario tantomeno su quello gestionale. Il tentativo di far passare sottotraccia il piano di “privatizzazione” si è infranto dinanzi all’inchiesta dell’Unione Sarda che ha rivelato i documenti e le operazioni in corso. Ora l’evidenza pubblica, obbligatoria per legge, non potrà in alcun modo venir meno. Così come non potrà passare come un orpello il ruolo di quei fondi finanziari, italiani e americani, che hanno già piazzato i propri tasselli nell’operazione.

L’americano ad Elmas

E’ il caso di BlackRock. Il fondo americano è, infatti, a pieno titolo dentro la scalata cagliaritana, visto che della società Ligantia F2i, candidatasi di fatto a gestire l’intero sistema aeroportuale sardo, detiene una quota azionaria complessiva del 15%. E non è un caso che il fondo americano abbia delegato a rappresentarlo nientemeno che Serge Alexandre Lauper, amministratore delegato di BlackRock Europa e capo globale del team di soluzioni per le infrastrutture.

Scacco matto

E’ lui il responsabile della direzione strategica, della creazione di partnership di settore, della creazione di opportunità di investimento e della supervisione della loro esecuzione. Come dire, per predisporre lo scacco matto dell’aeroporto di Cagliari sono scesi in campo i front runner più determinati, quelli che comprano tutto quello che vogliono.

La contraerea sindacale

La contraerea per tentare di salvare lo scalo sardo, però, ha cominciato ad innalzare le prime difese. Dopo la durissima presa di posizione della Confcommercio, con il suo presidente Alberto Bertolotti, «quella tracciata dal Presidente della Camera di Commercio è una strada pericolosissima», ieri è scesa in campo anche la triplice sindacale al massimo livello, con una presa di posizione senza margini di trattativa. Cgil, Cisl e Uil non ci stanno. La nota che hanno diffuso è esplicita. Il rischio che corrono i lavoratori è la prima grande preoccupazione delle organizzazioni sindacali: «I sindacati – è scritto nel documento - sono fortemente preoccupati per il futuro dell'aeroporto di Cagliari che sembrerebbe al centro di un'operazione finanziaria potenzialmente volta a sottrarne il controllo pubblico con rischi serissimi per le prospettive dello scalo e dei suoi lavoratori e per gli interessi della collettività dei sardi».

Cgil,Cisl e Uil alla guerra

«Cgil Cisl e Uil di Cagliari – prosegue la nota – prendono così posizione sulla vicenda e ricordano anche che le rispettive categorie dei Trasporti, Filt, Fit e Uiltrasporti, già il 7 dicembre scorso, avevano chiesto chiarimenti alla proprietà del gruppo Sogaer, ovvero alla Camera di Commercio». La richiesta è di chiarezza e trasparenza: «Oggi che le indiscrezioni si fanno più insistenti Cgil Cisl e Uil rimarcano la necessità di un confronto chiaro sulle reali intenzioni dei soggetti coinvolti e di una presa di posizione netta da parte della proprietà».

Bocciatura totale

Il giudizio dei segretari cagliaritani Carmelo Farci (Cgil) Mimmo Contu (Cisl) e Andrea Lai (Uil) è una bocciatura netta e chiara: «Si tratterebbe di un’operazione pericolosa da rigettare in ogni modo, gli asset dell'aeroporto devono restare immutati e occorre, invece, proteggere e valorizzare lo scalo affrontando anche le vertenze aperte per restituire una prospettiva solida a tutti i lavoratori».

Silenzio tombale

Al numero uno di via San Prospero a Milano hanno già tutto deciso. Nel Largo Carlo Felice, con la statua ancora segnata dall’ultima agognata salvezza dei rossoblu, invece, il silenzio è tombale. Nel sito ufficiale della Camera di Commercio di Cagliari e Oristano le delibere sono aggiornate con calma, una volta ogni semestre. Solitamente sono atti non consultabili, questa volta, però, sarà difficile tenere segreta la “cessione” di fatto dell’aeroporto dei sardi agli americani di “pietra nera” e ai finanzieri di San Prospero. In ballo c’è la principale infrastruttura di collegamento della Sardegna con il resto del mondo. Come se le chiavi della casa dei sardi finissero nelle mani degli Yankee. La terra dei Nuraghi perderebbe la sua porta d’accesso, altri, forse, conquisterebbero l’Olimpo degli affari sulla pista di Santa Gilla e dintorni.

 (9.continua)

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