“Obiter dictum”, ovvero affermazioni “incidentali”, ma non vincolanti. Giulio Napolitano, avvocato dal cognome pesante, figlio del Presidente che per primo ha osato sfidare la Costituzione con il doppio mandato presidenziale, sfodera la massima latina quando la sua arringa davanti ai giudici del Tar sta finendo. La causa davanti ai magistrati di Piazza del Carmine a Cagliari è quella che regola i cieli della Sardegna, o meglio la continuità territoriale che dovrebbe collegare l’Isola con il resto del Continente. Lui, il latinista del foro di Roma, difende nientemeno che la compagnia di Stato, quella risorta dalle ceneri di Alitalia. Ita, che era stata esclusa dalla gara della Regione perché priva di aerei, ha affidato le sue arringhe allo studio più blasonato, quel Chiomenti di cui l’erede di “Re Giorgio” è socio dal 2018. Sotterrata la scimitarra, i legali di Ita si sono fatti anticipare dalla comunicazione al Tar del ritiro di tutti i ricorsi presentati nelle ore calde dello scontro senza esclusione di colpi con la Regione. Tutti tranne uno. Come anticipato nei giorni scorsi dall’inchiesta dell’Unione Sarda, Ita ha deciso di confermare il ricorso sulla tratta Cagliari-Roma e viceversa. Una scelta con una lettura a doppio taglio: da una parte la possibile presa d’atto del rischio di essere condannati a pagare anche le spese legali su tutte quelle cause, oppure dall’altra l’intento di dimostrare che in quel momento, durante il trapasso da Alitalia alla nuova compagnia, disponeva quantomeno degli aeromobili per svolgere la rotta più ricca. In realtà, dopo aver sostenuto che Ita gli aerei li aveva a disposizione, il giovane Napolitano ha scelto la citazione latina per affondare il colpo contro la Regione. Quel “Obiter dictum”, pronunciato a freddo nell’aula del Tar Sardegna, è molto di più di una stilettata velenosa verso la Regione sarda. In pratica la traduzione dell’assunto latino è semplice: chiediamo ai Giudici, anche incidentalmente, dunque, anche fuori dalla decisione finale del Tar, di sottolineare le criticità della gara, per indurre la Regione a non ripetere gli stessi errori. In realtà sperare in un “Obiter Dictum” significa quasi essersi rassegnati a non avere ragione, puntando semmai ad un pronunciamento extra decisione che possa semmai influenzare la prossima gara sulla continuità territoriale. Mattia Pani, l’avvocato della Regione, usa la flemma e il bon ton del giurista navigato per rispondere al rampollo di casa Napolitano. Il richiamo è alle memorie già depositate, dove la Regione ricorda allo studio Chiomenti un passaggio tanto pesante quanto delicatissimo: vi ricordiamo che siete stati i consulenti dell’assessorato regionale dei Trasporti per la predisposizione della continuità territoriale e delle azioni amministrative conseguenti. Come dire, esiste un conflitto d’interessi gigantesco, sul quale ora, “incidentalmente”, potrebbe intervenire lo stesso Tar. Da una parte Ita critica la Regione sul bando di gara per la continuità territoriale e, poi, però, si avvale degli stessi legali utilizzati dall’assessorato ai Trasproti per difendere la propria posizione contro l’amministrazione regionale. Non un dettaglio, ma una questione dirimente. Una contesa sulla quale ora i giudici del Tar dovranno decidere, considerato che ieri mattina hanno stabilito di “mandare a decisione” la causa. Entro i prossimi quindici giorni, visto il tema, il Tar potrebbe già pronunciarsi e decidere per una sentenza secca oppure, se accoglierà l’esortazione di Ita, per un pronunciamento “incidentale”. Di certo lo scenario sui cieli della Sardegna è costellato di rischi e pericoli sempre più evidenti. Da una parte la decisione del Tar e dall’altra l’incertezza relativa alla manifestazione d’interesse senza compensazioni finanziarie bandita dalla Regione per il periodo cruciale della stagione estiva. Il Tar, a prescindere dalle valutazioni “incidentali”, deve decidere se riammettere Ita nella prima gara, esclusa per la mancanza di aerei. Richiesta contraria a quella di Volotea che,invece, era stata esclusa perchè priva di una carta d’identità. I riflettori, oltre alla decisione dei giudici di Piazza del Carmine, sono puntati verso la “proroga” senza soldi che la Regione ha bandito per il periodo 15 maggio primo ottobre. Per il momento lo scontro è tutto nelle aule giudiziarie, ma il caos nei cieli della Sardegna è dietro l’angolo.

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