C’è un dato che racconta meglio di altri gli squilibri della continuità territoriale: da quando l’Isola ha detto addio alla tariffa unica per tutti i passeggeri, i prezzi massimi dei biglietti per i turisti sono aumentati fino al 400%. Un esempio: se un anno fa un volo Cagliari-Milano durante il ponte di Ognissanti costava 64 euro anche per i viaggiatori non residenti in Sardegna, ora la stessa tratta viene venduta (da Volotea) a 338 euro. Cinque volte di più.

I rincari travolgono i pendolari, gli emigrati, chi è costretto a spostarsi per motivi di lavoro. E scoraggiano i turisti proprio nel momento in cui si cerca di allungare il più possibile la stagione.

Il nuovo sistema di continuità territoriale ha ridotto gli sconti: fino al 2021 era in vigore un altro modello, che prevedeva una tariffa unica (circa 64 euro a tratta) dedicata a sardi e turisti per nove mesi. E durante il periodo estivo, dal 15 giugno al 15 settembre, era vietato superare un tetto massimo: non più di tre volte il prezzo agevolato. Un anno fa, in questo periodo, i prezzi erano più abbordabili. Ora tutti i limiti sono caduti. Così per i passeggeri non residenti in Sardegna vige un regime che ha assorbito solo gli aspetti negativi del libero mercato. Con tutti gli effetti collaterali del caso.

Nel frattempo, le compagnie low cost sono pronte alla consueta fuga di fine stagione. A Cagliari Ryanair fermerà da novembre i collegamenti con Madrid, Valencia e Porto. Confermati invece quelli con Budapest, Malta e Siviglia. Stop anche al Cagliari-Zurigo di Edelweiss. Ad Alghero la compagnia irlandese bloccherà i voli per Madrid, Bruxelles, Katowice e Lisbona.

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