Volare è diventato un lusso. Sembrano archiviati i tempi in cui si potevano fare brevi viaggi all’estero senza spendere una fortuna. I collegamenti internazionali sono diventati meno praticabili. L’era dei low cost è finita? Così si teme, dopo che l’amministratore delegato di Ryanair Michael O’Leary nei giorni scorsi ha detto alla Bbc che da qui a cinque anni la loro tariffa minima passerà da 10 a 50 euro.

Costi alle stelle

In realtà oggi queste cifre fanno sorridere: partire prossimamente, ad esempio, da Cagliari per Londra e ritorno costa parecchio. Ryanair, andata (per lo scalo di Stansted) il 30 agosto: 337,49 euro; il primo settembre 206,19 euro. Il rientro è più economico: 54,99 euro il 5 settembre, 34,24 euro il 6 settembre, 104,74 euro il 10 settembre. Tirando le somme: il volo per e da la capitale britannica – al netto di imbarco prioritario, scelta del posto e tariffe sui bagagli – costa una media di 300 euro.

Prendiamo Easyjet, stesse date, Elmas-Gatwick-Elmas, 376,36 euro.

Ita Airways, Cagliari-Heathrow con scalo a Roma, in economy light (il posto se si sceglie si paga) viene 567,14 euro.

Le associazioni

«È vero, volare è per ricchi, e per i sardi come sempre la situazione è ancora più difficile rispetto agli altri italiani ed europei», sottolinea Giorgio Vargiu, presidente regionale di Adiconsum. «Oltre ai prezzi dei biglietti aumentati enormemente, di questi tempi spostarsi in aereo è diventato un rischio, non sai se riesci a rientrare con il volo prenotato oppure se sarà cancellato e quali peripezie ed esborsi dovrai sostenere per rientrare a casa». Non solo, «i biglietti così cari terranno lontano tanta gente dalla nostra Isola, dove poi costano troppo anche le auto a noleggio, le strutture ricettive, tutti i servizi turistici».

I rincari

Secondo una classifica dell’Unione nazionale consumatori, ai primi posti dei trenta maggiori rincari in un anno ci sono i biglietti aerei: i voli europei segnano un’impennata del 168,4%, quelli intercontinentali del 125,7%, i nazionali del 27%.

L’esperto

«Perché questi rincari? I costi dell’energia sono cresciuti a dismisura per tutte le compagnie aeree, inoltre le low cost sono state investite da una valanga di rivendicazioni salariali da parte dei loro dipendenti. Poi c’è un problema di incertezza, non si può fare una programmazione a medio-lungo periodo», spiega Italo Meloni, docente di Pianificazione dei trasporti all’Università di Cagliari.

«C’è anche un altro aspetto: dopo la pandemia, quando è stato possibile riprendere a viaggiare, tutti si sono voluti riappropriare di questa opportunità, la domanda è cresciuta enormemente, e anche questo ha influito sul rialzo dei prezzi dei biglietti aerei». Certo – continua – «con tariffe molto elevate ci saranno persone che non potranno più permettersi di spostarsi, ma siamo in un momento storico in cui le famiglie devono rivedere completamente tutte le spese e il loro stile di vita, dovranno riconsiderare i loro piani di vacanza nei prossimi anni».

La critica

Dice Giuliano Frau dell’Adoc: «Colpa del caro-carburanti? Io sono convinto che ci stiano lucrando alla grande, gli aumenti non sono giustificati, quando il greggio sale registriamo un’impennata di tutti i prezzi, ma quando scende, come stiamo vedendo adesso, non segue una diminuzione adeguata».

(Unioneonline)

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