Vittorio Sgarbi a Capoterra: il racconto della Natività
Il critico d’arte protagonista di un evento organizzato dal Comune domenica prossimaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Una lezione di Storia dell’arte con uno dei massimi esperti d’Italia: domenica alle 17, nella chiesa parrocchiale di Sant’Efisio, Vittorio Sgarbi sarà a Capoterra per partecipare all’evento organizzato dal Comune intitolato “Sgarbi illustra la Natività”.
«L’ingresso sarà libero e gratuito – spiega il sindaco Beniamino Garau -, Sgarbi ci proporrà un viaggio attraverso i secoli, riccamente illustrato, alla scoperta non solo di capolavori imprescindibili, ma del legame più antico e profondo del mondo, la natività, che allude, nella stessa misura, al mistero della vita di ognuno di noi e al rapporto dell’uomo con Dio. Dalle Natività e Annunciazioni disincarnate e divine, con il cielo infuso d’oro, dell’arte bizantina, Vittorio Sgarbi ci condurrà attraverso la rivoluzione della pittura moderna, che ha rappresentato una natività sempre più terrena, sempre più vicina alla vita. Ma la conquista della verità per questo soggetto così misterioso e suggestivo non è stata lineare: la storia dell’arte indica ripensamenti e ritorni, cortocircuiti continui tra ideale e reale».
Da Giotto a Simone Martini, da Piero della Francesca a Raffaello, da Michelangelo a Caravaggio e Rubens fino ad alcune suggestioni dell’Ottocento e novecento, da Courbet a Segantini, a Pietro Gaudenzi: Vittorio Sgarbi non solo parlerà dell’arte da un punto di vista inedito, quello della natività, ma mostrerà come essa abbia saputo individuare le infinite sfumature dell’atto più divino che l’essere umano può compiere: il dono della vita.
«Tra pittura, scultura, ma anche cinema e letteratura, questo viaggio, infine, ci lascerà intravedere i mille, labirintici volti della femminilità, quali solo la grande arte può rappresentare», dice Garau. «La Natività è il principio di tutto. La sua sintesi è nella immagine della Madre che tiene in braccio il Bambino: essa non mostra il potere di Dio ma la semplicità degli affetti, in Giotto come in Pietro Lorenzetti, come in Vitale da Bologna, come in Giovanni Bellini, come in Bronzino, come in Caravaggio. Maria nell’atto della maternità non è una maestà lontana, in trono, che tiene in braccio un bambino che è già divino: è semplicemente, nella maggior parte delle rappresentazioni, una mamma con il figlio. Per questo la maternità di Maria non è un tema religioso ma un tema umano. Il soggetto è semplicemente la vita».