Marzo 1818, esattamente due secoli fa: viene dato alle stampe uno dei capolavori della letteratura mondiale. Il suo titolo è "Frankenstein o il moderno Prometeo" e, come sappiamo, racconta la vicenda del dottor Victor Frankenstein e del suo progetto di infrangere le leggi della natura e di creare un essere vivente usando parti di cadavere.

Nasce così uno dei mostri più conosciuti dell'universo horror, un'icona oggi più che mai attuale in quanto simbolo di dove può portare la ricerca scientifica e la tecnologia quando a condurle è un'ambizione senza limiti e senza norme.

A creare il mostro di Frankenstein e a costruire il suo mito è un personaggio sorprendente e veramente fuori dal comune, soprattutto per il mondo letterario di primo Ottocento: Mary Shelley.

Mary quando scrive il suo capolavoro ha solo diciannove anni ma è soprattutto una donna libera e indipendente in un'epoca in cui il destino di ogni ragazza non poteva essere che il matrimonio, la famiglia e i figli.

Un personaggio la cui vita ha poco da invidiare a un romanzo, come dimostra il bel racconto illustrato "Mary e il Mostro" (Il Castoro, 2018, pp. 320) della scrittrice e illustratrice americana Lita Judge. Attraverso i suoi testi a metà tra narrativa e poesia e i suoi acquerelli di un bianco e nero totalmente gotico, Lita Judge ci racconta la vicenda di un'adolescente fermamente decisa a non accettare un destino di moglie e madre.

Incinta a solo sedici anni, Mary Shelley scelse invece di lasciare la famiglia e le proprie sicurezze per seguire l'uomo che amava anche se questi era già sposato. Era convinta, infatti, che ogni essere umano dovesse avere la libertà di seguire il proprio destino e scelse di essere libera in un mondo dominato dal conformismo e dalle regole sociali.

Si ritrovò sola, ancora di più quando perse la propria bambina, morta a pochi giorni dalla nascita, ma decise che non si sarebbe persa d'animo, non sarebbe tornata sui suoi passi, né avrebbe indossato i panni della penitente pur di rientrare in seno alla famiglia e in quella società da cui era stata bandita.

Mary decise di scrivere, di riversare nelle pagine che uscivano dalla sua penna tutto il suo dolore, tutta la sua rabbia, tutta la sua passione, sfrenata e insaziabile per la vita. Nacque così Frankenstein, romanzo che è un inno alla ribellione, all'amore, alla vita. Un libro geniale, un capolavoro ancora più sorprendente, anzi "mostruoso" se pensiamo che Mary Shelley non aveva ancora vent'anni quando lo scrisse.
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