Un’imbracatura intelligente contro gli incidenti sul lavoro: l’idea degli studenti di Tortolì
Il progetto è stato premiato come migliore idea innovativa nel campo della mobilità sostenibile, dell’energia rinnovabile e della domoticaUn’imbracatura intelligente per prevenire gli infortuni sul lavoro: è l’idea dell’Istituto Nautico di Tortolì premiata come migliore idea innovativa nel campo della mobilità sostenibile, dell’energia rinnovabile e della domotica.
Il progetto si è imposto nell’hackathon finale in cui si sono sfidati cinque istituti sardi – in corsa anche il Meucci, il Buccari, il Giua e il Marconi di Cagliari –, un’iniziativa promossa dal Dimostratore Tecnologico di Opificio Innova con la Fondazione di Sardegna e Innois.
L’idea degli alunni di Tortolì punta ad affrontare un problema molto sentito: gli infortuni sul lavoro, in particolare quelli nel campo dell’edilizia. L’obiettivo è creare condizioni di lavoro sicure e dignitose in grado di rafforzare la capacità produttiva della forza lavoro.
Presentato da un team di giovanissimi – una seconda classe composta prevalentemente da studentesse – il progetto si basa su un sistema di sensori applicati su un’imbracatura classica in grado di rilevare lo stato di usura del materiale, predisporre un allarme “anti strappo” collegato a una centrale operativa o una app gestita dal datore di lavoro o dagli incaricati alla sicurezza dei lavoratori, una doppia cintura di sicurezza simile a quella che oggi esiste per i paracadute e un conteggio del tempo di utilizzo dell’attrezzatura in grado di prevenire rotture o altri inconvenienti suscettibili di causare infortuni o anche la morte del lavoratore.
A presentare il progetto è stata la studentessa Maria Angius che ha rivelato in fase di presentazione come l’idea sia nata a seguito dei tanti casi di infortuni che hanno colpito i lavoratori negli ultimi mesi, con particolare riferimenti a quegli studenti impegnati nell’alternanza scuola – lavoro che si sono trovati a lavorare nelle imprese senza alcuna condizione di sicurezza e con controlli molto scarsi.
Hanno fatto parte del team anche Maria Saba, Sofia Piga, Daniel Tegas e Damiano Luzzi. A loro un premio in denaro di 500 euro che potranno utilizzare per sviluppare la loro idea con l’obiettivo di trasformarla in un vero e proprio prodotto da immettere nel mercato. E con il supporto di Opificio Innova, a disposizione dei giovani con una propria squadra di esperti e di innovatori.
La sfida finale, che si è svolta negli spazi della Manifattura Tabacchi di Cagliari, è stata anticipata da cinque sfide tra i diversi istituti scolastici della Sardegna che si sono svolte nel corso dell’anno scolastico. Il team vincente di ogni scuola ha poi partecipato all’hackathon conclusivo.
I ragazzi sono stati aiutati nell’elaborazione dell’idea da due tutor. Obiettivo: creare un prodotto capace di rispondere a un’esigenza particolare della vita quotidiana rispettando l’ambiente e il contesto in cui si vive.
(Unioneonline/v.l.)