A mano a mano che gli archivi vengono setacciati dagli storici emergono sempre più storie dimenticate o poco conosciute relative alla Seconda guerra mondiale. I documenti ci restituiscono spesso testimonianze degli abomini e delle crudeltà commesse durante il conflitto. A volte, però, ci raccontano vicende che aiutano a ritrovare fiducia nell’umanità, anzi negli esseri umani.

Il volume "La lista di Kersten” (Rizzoli, 2024, pp. 416, anche e-book) ci propone una di queste storie virtuose, quella del medico che aveva in cura il capo della SS Heinrich Himmler e che sfruttò questa vicinanza con uno dei più feroci gerarchi nazisti per salvare la vita a migliaia di persone, tra cui molti ebrei.

La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro

Il finlandese Felix Kersten, questo è il nome del nostro protagonista, era prima della guerra uno dei più famosi fisioterapisti d’Europa. Come racconta l’autore del volume a lui dedicato, lo storico francese François Kersaudy, nei suoi studi di Berlino e dell’Aia riceveva personalità, magnati dell’industria, politici. Fino a che nel 1939 non venne contattato da Himmler che soffriva da tempo di dolori all’addome lancinanti e che nessun medico riusciva a lenire. Kersten riuscì a far passare il dolore e da quel momento divenne indispensabile per il comandante delle SS che lo volle sempre più spesso al suo fianco. Kersten durante le sedute trovò il modo di entrare in confidenza con il gerarca nazista e sfruttando la sua fiducia e gratitudine potè intercedere a favore di molte persone che erano detenute nei lager del Terzo Reich. Nei giorni finali della guerra, nell’aprile 1945, riuscì addirittura a convincere Himmler a non dare l’ordine di distruggere i campi di concentramento, evitando quindi la morte di decine di migliaia di ebrei.

Nonostante l’importanza della sua azione, per lunghi decenni la vicenda di Kersten è stata raccontata in sordina. Esistevano poche testimonianze del suo prodigarsi a favore dei prigionieri dei nazisti. Il suo agire era rimasto sottotraccia, condotto senza troppo clamore per evitare che si rompesse il legame di fiducia con Himmler. François Kersaudy ha setacciato per anni gli archivi tedeschi, olandesi, danesi e svedesi e ha ritrovato archivi, memorie, diari e appunti che gli hanno consentito grazie a un lavoro rigoroso e meticoloso di parlarci di un eroe modesto nell’aspetto e nei comportamenti, grandioso nella azioni, negli obbiettivi e nei risultati. Un eroe capace di dimostraci che si poteva rimanere uomini giusti anche mescolandosi a demoni.

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