"Ube fis?". (Dov'eri?). È l'interrogativo urgente e disperato, espresso in nuorese, lingua e riflesso dell'identità dei protagonisti, che dà titolo all'albo che, scritto in sardo e illustrato da Manuelle Z. Mureddu (Nuoro 1980), ha di recente arricchito il catalogo Betistòria, edito dall'omonima associazione. Conversazione immaginaria tra lo scultore Francesco Ciusa (1883-1949) e il poeta Sebastiano Satta (1867-1914), insieme con "La danza dei corvi" (ispirato al "Giorno del giudizio" di Salvatore Satta), a "La festa del Cristo" e "Tre novelle" (entrambi titoli che rimandano a testi di Grazia Deledda), è parte di un corpus che introduce gli ingegni dell'Atene sarda nel mondo dei fumetti. Non banalizzandoli, ma suggerendo una prospettiva d'analisi che, seppur immediata, legge criticamente le vicende dei personaggi che dominano la narrazione.

Undici delle venti tavole che compongono il graphic novel sono inseriti nel percorso espostivo che, dal 21 dicembre, il Museo Tribu di Nuoro ha dedicato alle sculture dell'artista che conquistò la Biennale di Venezia con "La madre dell'ucciso".

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