L’ultimo anno di liceo, la maturità che si avvicina e le scelte da fare per la vita adulta: Pietro, Giustino e Davide sono in un momento irripetibile della loro giovane vita. Sentono di essere in mezzo a un guado, con alle spalle un mondo forse rassicurante, ma che ormai è sempre più il passato, e di fronte le terre sconosciute del futuro, dove tutto è a portata di mano e ma sembra sfuggire alla prima distrazione, al primo indugio.

Tutti e tre hanno sogni, aspirazioni ma devono fare i conti con i dubbi, le incertezze. Giustino sogna di fare il fumettista ma non riesce ad applicarsi fino in fondo. Davide, detto Golia, è un buon giocatore di basket, ma sulla sua strada incrocia la disinibita Lucilla, una distrazione irresistibile. E Pietro teme di fallire il test di Medicina, si ripromette di studiare ma in suoi neuroni e anche i suoi ormoni vanno in tilt appena vede Anna.

Intanto il momento dell’esame si avvicina e... ci si scopre sempre più coinvolti nella lettura di "Giaguari invisibili" (Feltrinelli, 2018, euro 16, pp. 288. Anche EBook.), romanzo generazionale – e mai definizione potrebbe essere più corretta – scritto da Rocco Civitarese, classe 1999 e quindi coetaneo dei protagonisti del libro. Ma perché giaguari invisibili? Lo chiediamo proprio all’autore: "Il titolo è tratto dalla poesia Concorso maschile di bellezza della poetessa polacca Wislawa Szymborska e vuole esprimere i due volti dei personaggi. Da un lato i protagonisti del libro sono giaguari perché non hanno paura di tirare fuori gli artigli quando sentono che è necessario. E lo fanno quando sono in gioco le loro ambizioni professionali, ma anche nelle relazioni interpersonali. Allo stesso tempo temono di non farcela, di rimanere schiacciati nei rapporti. Sono lanciati e nello stesso tempo in preda ad ansie incredibili".

Un ragazzo di oggi sente di più il peso della costruzione del suo futuro professionale o è l’ambito sentimentale a metterlo più in crisi?

"Non c’è una regola, guardando anche semplicemente alla mia classe di liceo c’è chi è più concentrato sul fronte professionale e chi invece investe maggiormente sul fronte relazionale. Diciamo che la nostra età è quelle in cui si cerca di imparare a bilanciare i due aspetti".

E Rocco Civitarese ci riesce a bilanciare le cose?

"Ho sempre tenuto molto al bilanciamento di tutti gli aspetti. Forse sono sempre stato più portato a stare sulle mie, a leggere, poi ho imparato ad aprirmi. Ora ho un gruppo di amici con cui mi diverto molto e mi sento più completo".

Nel libro leggiamo che "c’è chi si annoia e sogna poco. Per fortuna, però, c’è chi fa il lavoro doppio. I ragazzi sognano anche a occhi aperti". Ma cosa sognano i ragazzi di oggi?

"Credo che i sogni siano un po’ sempre gli stessi. Personalmente sono nel pieno degli esami di maturità e quindi mi rendo conto che la scuola sta finendo, che qualcosa sta cambiando. Ora un po’ tutti dobbiamo trovare un posto nella vita da adulti, costruire le nostra professione. Poi c’è l’amore, stare accanto alla persona a cui siamo interessati".

Sogni molto personali. Ma sognate qualcosa anche di più allargato.. un mondo migliore, una società con più certezze?

"Effettivamente mi rendo conto che manca una percezione della collettività, mancano dei sogni collettivi. Prevalgono i sogni personali".

Ma come le è venuto in mente di scrivere un romanzo a diciotto anni?

"Ho cominciato a scrivere tre anni fa e ho scritto tantissimo in questo periodo. Scrivere mi diverte tantissimo, c’è molta libertà nella scrittura. In questi anni ho poi scoperto che per scrivere bene bisogna lavorare molto, non bisogna mai accontentarsi della prima stesura e neppure della seconda".

Cosa sogna di fare da grande?

"Per ora ho passato il test di medicina. Poi avrò davanti ancora sei anni di università per capire cosa farò da grande".

La copertina del libro
La copertina del libro
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