Chi si immaginava di vedere Bob Dylan insignito del premio Nobel? Sinceri, nessuno.

Secondo quesito. Quali sono gli ingredienti per un buon pronostico sul vincitore per la Letteratura 2017? Di certo il numero di opere pubblicate, la caratura internazionale, i premi vinti, i riconoscimenti ottenuti. Ma dopo aver incoronato il "menestrello del rock", è molto probabile che giovedì l'Accademia svedese sorprenderà ancora una volta il mondo, scegliendo un autore lontano da pronostici.

Facile profezia, che non esime gli appassionati dallo stilare classifiche, primo fra tutti il sito Nice Odds, che ha rilanciato la sua in rete. In vetta, tre magnifici: lo scrittore e drammaturgo kenyota Ngugi Wa Thiong'o, conosciuto anche come James Ngugi, una delle voci più affascinanti della letteratura africana. Il suo nome come papabile è già circolato negli anni scorsi, proprio come quello del giapponese Haruki Murakami, l'autore dello straordinario "1Q84" sulle vite di Aomame e Tengo, dato al secondo posto. Nella terna c'è una donna, la scrittrice e poetessa canadese Margaret Atwood, impegnata femminista e da sempre in prima fila per la difesa dell'ambiente. Il suo ultimo libro pubblicato in Italia è "Il racconto dell'ancella".

Non manca una candidatura italiana tra i primi dieci nomi, ed è quella di Claudio Magris, germanista, autore di un capolavoro come "Danubio". Il suo nome era dato per vincente nel 2007 ma i disegni dell'Accademia di Svezia non si sono incrociati con il destino dello studioso.

Claudio Magris
Claudio Magris
Claudio Magris

In questo drappello figurano l'israeliano Amos Oz, autore dello struggente "Storia di amore e di tenebra", lo spagnolo Javier Marias che ha conquistato il pubblico italiano con "Un cuore così bianco" e "Domani nella battaglia pensa a me". È in questo drappello il siriano Adonis, pseudonimo Alì Ahmad Said Isbir, poeta e saggista, autore di "Violenza e Islam"; chiude il gruppo l'autore di "Underworld", l'americano Don DeLillo.

E se tra due giorni gli accademici di Svezia ci sorprendessero al contrario, assegnando cioè il Nobel per la Letteratura a uno degli eterni candidati, regolarmente delusi? In cima alla lista c'è Philip Roth, l'amaro autore di "Pastorale Americana" che ha recentemente spiegato perché non scriverà più. Gli tengono compagnia David Grossman, Abraham Yehoshua, tre scrittori ebrei che hanno conquistato il cuore di milioni di lettori, ma finora non quello dei membri del Nobel.
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