Ci sono anche i versi di Melchiorre Murenu, "Tancas serradas a muru fatta a s'afferra afferra...", legati all'edito delle chiudende emanato il 6 ottobre del 1820, incisi nelle cosiddette panchine letterarie, cinque installazioni poste dal Comune nei luoghi simbolo della cittadina, tra cui l'ingresso del centro culturale.

Si tratta di panchine che suggellano l'esperienza della fiera del libro edito in Sardegna, che lo scorso autunno ha celebrato la ventesima edizione.

È stata una manifestazione all'insegna della cultura sarda, che è stata chiamata a confrontarsi su uno dei temi più complessi che l'attualità sta offrendo: nazioni, confini e guerre. Per un diritto alla pace tra il XXI secolo e il ritorno al passato.

«Con la sistemazione delle cinque panchine in luoghi strategici della cittadina - dice l'assessore alla cultura, Gianfranco Congiu - vogliamo lanciare un duplice messaggio: un ringraziamento verso tutti coloro che hanno reso possibile l'ottima riuscita di un evento, che si conferma essere la più importante manifestazione libraria sarda, con la Regione, l'associazione degli editori sardi, la biblioteca comunale, la libreria Emmepi, Centro Servizi Culturali, Polo Culturale Giovanile».

Inserito nel contesto della cultura sarda, un pensiero è stato dedicato ai grandi poeti locali, quelli del passato, con i celebri versi di Melchiorre Murenu sulle chiudende, poi i viventi Salvatore Murgia e Bernardo Zizi, quindi Pinuccio Giudice Marras, che con i loro versi hanno dato lustro e vanto all'intera comunità.

«L'auspicio – dice ancora l'assessore alla cultura, Gianfranco Congiu –  è che tutto possa contribuire alla comprensione e la diffusione della nostra cultura, quindi farci apprezzare l’estemporaneità di un'opera cantata, ci consenta di riscoprire l'estro, la fantasia, la profondità, il rispetto per i temi della vita e per la persona e che i nostri poeti hanno saputo così magistralmente interpretare».

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