Che siano favole per bambini o la biografia della conduttrice televisiva perferita o anche solo un manuale di bricolage, nel nostro Paese solamente 4 persone su 10 leggono almeno un libro l'anno.

È davvero inquietante la fotografia fornita dall'Istat, che in questi ultimi giorni di dicembre ha diffuso il report su "Produzione e lettura di libri in Italia", con i dati relativi al 2017.

Non una novità, certo, ma a fare scalpore è il fatto che, nonostante l'abbattimento dei prezzi, la maggiore offerta e disponibilità di titoli, da tempo il settore non faccia registrare lo straccio di un miglioramento.

Scorrendo numeri e statistiche, come detto, salta all'occhio la risicata platea dei divoratori di libri: solamente il 41% delle persone dai 6 anni in su ha infatti "consumato" un qualsivoglia volume per motivi non professionali.

23,5 milioni di mosche bianche, dove la parte del leone (il 47,1%) la fanno le donne e i giovanissimi (la quota più alta di lettori si riscontra infatti tra i ragazzi di 11-14 anni).

Deboli anche i numeri sui cosiddetti lettori "forti", ovvero coloro che leggono almeno un libro al mese: sono solo il 12,5%.

Tra questi spiccano le persone over 55 anni, che mostrano le percentuali maggiori: 16,5% tra i 55 e i 64 anni e 17,4% tra gli over 65.

Dalle Alpi alla Sicilia si registrano poi notevoli differenze: legge infatti meno di una persona su tre nelle regioni del Mezzogiorno (28,3%), quasi una su due in quelle del Nord-est (49,0%).

Quanto ai motivi di una così modesta propensione alla lettura, secondo gli addetti ai lavori, editori in primis, i principali indiziati sono il basso livello culturale della popolazione e la mancanza di efficaci politiche scolastiche di educazione alla lettura.

(Unioneonline/l.f.)
© Riproduzione riservata