La Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna hanno annunciato la conclusione del restauro e valorizzazione del sito archeologico di Santa Vittoria di Serri. Antonio Taramelli lo aveva definito “capanna del capo”, perché lo aveva interpretato come un’abitazione particolare, poi gli studi successivi hanno svelato la sua vera identità. Il modello restaurato sarà presentato per la prima volta al pubblico domani, 28 maggio, alle 17 presso l'area archeologica di Serri, in una conferenza che illustrerà i risultati delle più recenti indagini. 

Questo importante intervento, avviato nel 2018, ha beneficiato di un significativo finanziamento nell'ambito del progetto "Sistema museale delle aree archeologiche della Sardegna meridionale Lotto I", con fondi stanziati dalla Legge di Stabilità 2016 e successivamente integrati con il Pnrr. Il sito di Santa Vittoria di Serri è ora riconosciuto come un complesso templare di grande valore storico e culturale. Grazie agli studi più recenti il sito ora appare inserito all’interno di una planimetria articolata e composta da altri ambienti simmetricamente disposti. I materiali restituiti, ancora in corso di restauro, indicano la cronologia degli utilizzi degli ambienti indagati. Dall’area del tempio proviene anche un modello di nuraghe, notevole per fattura e per forma, che è stato integralmente restaurato.

Il modello, caratterizzato da una finissima decorazione, è di estrema importanza per comprendere le pratiche religiose e la simbologia propria della cultura nuragica. L’intervento al tempio ha affrontato anche alcune problematiche di carattere conservativo e legate alla fruizione dell’area. In particolare, è stato studiato il problema della regimentazione delle acque piovane che a causa anche della natura dell’altopiano, una formazione basaltica, sono caratterizzati da fenomeni di impaludamento. Con l’utilizzo di sistemi naturali, rispettosi anche dei meccanismi studiati dagli stessi nuragici che realizzarono l’edificio, si è eliminato il fenomeno e si è proceduto al ripristino dei vecchi sistemi di gestione dell’acqua meteorica.

(Unioneonline)

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