Atmosfera quasi surreale questa mattina al santuario di San Costantino a Sedilo.
Per il secondo anno consecutivo la pandemia ha cancellato la sfrenata corsa in onore del Santo guerriero. “Ma se vissuta con fede, è comunque festa in pienezza, e ringraziamo di questo – dice il parroco don Battista Mongili -. Ci auguriamo che il prossimo anno la situazione sia risolta e si possa vivere in serenità e con pienezza la festa”.

Oggi  è stata la prima volta a Sedilo per il prefetto Fabrizio Stelo: “Non avevo mai sentito parlare dell’Ardia, ma mi sono documentato. Mi sarebbe piaciuto vederla dal vivo, ma dobbiamo pazientare ancora un po’, occorre essere cauti. Anche la Sartiglia, se si dovesse decidere, oggi non si potrebbe fare”.  

FEDE IMMUTATA – Un 6 luglio monco dell’Ardia, ma la fede per San Costantino è rimasta la stessa. Lo possono ben testimoniare i pellegrini di Bono che da generazioni, nella notte tra il 4 e il 5 luglio, raggiungono a piedi il santuario. “Noi abbiamo sciolto il nostro voto e speriamo che i nostri figli, nipoti, figliocci un domani facciano altrettanto seguendo le orme di mio bisnonno che si è invocato a San Costantino e ha promesso di raggiungere il santuario lui e la sua famiglia”, spiega Giuseppe Manchinu, 41 anni. E aggiunge: “Per noi, a livello di fede, non cambia nulla, ma vedere il santuario deserto non è bello”. Gli fa eco Gian Michele Usai, 45 anni, anche lui pellegrino di Bono: “Vengo al santuario da quando ero un bambino, così come ci hanno insegnato i nostri genitori. Chiediamo la grazia a San Costantino, per le nostre famiglie, perché ci aiuti . Per me essere qua fa parte del mio cammino spirituale. Abbiamo sciolto anche quest’anno il nostro voto, ma l’Ardia fa parte del pellegrinaggio. È la vita del santuario, ci completa nelle mozioni. Vedere il santuario così rattrista”.  

Un'altra immagine dalle celebrazioni (foto Orbana)
Un'altra immagine dalle celebrazioni (foto Orbana)
Un'altra immagine dalle celebrazioni (foto Orbana)

L’afflusso di fedeli non è paragonabile al periodo pre-pandemia, quando il santuario si riempiva di fedeli e turisti da ogni angolo non solo dell’Isola. Lo sa bene Franca Enis, 59 anni, una vita a porgere candele ai pellegrini. “Manca tutto: l’Ardia è il completamento del rito religioso, il rivivere la battaglia. Quest’anno ci sono anche meno pellegrini dello scorso anno, quando però la festa cadeva di domenica. Oggi c’è la fede, ma mancano gli odori, i sapori, manca tutto”.

Maurillio Tanda, 73 anni di Sassari, è devoto di San Costantino: “Mi sono invocato a lui quando i miei nipoti non sono stati bene. Ora erano vent’anni che non raggiungevo il santuario, ma gli anni stanno andando avanti e ho deciso di raggiungerlo, certo senza Ardia c’è tristezza”. “E’ una festa a metà”, dice Elettra Chessa 73 anni da Sassari. “Non  è come altre volte”, aggiunge Graziella Chessa 69 anni.

Rossana, 48 anni anche lei di Sassari, aggiunge: “Tante volte sono stata qua al santuario, sono devota di San Costantino. Lo scorso anno ho rinunciato, quest’anno sono riuscita a ritornare anche se non c’è l’Ardia. Non è la stessa cosa, ma se hanno deciso così è giusto”. In serata le messe in parrocchia.

Domani 7 luglio ancora le funzioni religiose: in parrocchia alle 6,30, alle 7,30, alle 18,30, mentre alle 11 la funzione sarà svolta al santuario.

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